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Sant'Antonino intitola una piazza a Don Giuseppe Dinale, a 100 anni dalla nascita

Domenica 2 dicembre, alle 11.30, il sindaco Mario Conte, con i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e le autorità civili e militari, dedicherà al parroco lo spazio tra la scuola materna e viale Pasteur

A 100 anni dalla nascita, Sant’Antonino e la città ricordano Don Giuseppe Dinale, parroco per 35 anni della Parrocchia ma anche “salvatore” della chiesa che, negli anni ’80, stava scivolando nel Sile. Domenica 2 dicembre, alle 11.30, il sindaco Mario Conte, con i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e le autorità civili e militari, intitolerà a don Dinale la piazza pubblica tra la scuola materna e viale Pasteur. Una lapide in chiesa, ricordando proprio l’opera instancabile di don Giuseppe nel salvare l’edificio a rischio crollo, verrà scoperta alle 10 durante una celebrazione. Alle 12 gli sarà dedicata anche un’aula dell’asilo parrocchiale.

Il ricordo. La comunità lo ricorda come un parroco “ultimo” ed umile, che ha saputo aggregare, formare, sostenere, facendosi davvero povero. Non mancava mai la visita agli anziani soli, ai più bisognosi portava un aiuto spesso ricavato dai propri beni. Fortissima la sua attenzione per la vita comunitaria attraverso i gruppi. Sua iniziativa fu la costruzione dell’asilo, opera notevole e costosa, ma ancora oggi fondamentale per centinaia di bimbi. Negli anni ’80 alcune crepe in chiesa avevano rivelato il rischio che scivolasse nel vicino Sile o, ancora peggio, che crollasse tutta la struttura: don Giuseppe si era speso molto in quell’occasione, anche a livello politico: salvò la chiesa, poi irrobustita alle fondamenta da innumerevoli betoniere di cemento. 

La vita. Don Giuseppe Dinale nasce a Castello di Godego, ultimo di sette fratelli. A 10 anni entra in Seminario, aiutato nel pagamento degli studi da una nobildonna benefattrice. Ordinato sacerdote il 5 luglio 1942, negli anni difficili della guerra, è anche cappellano a Santa Bona, Pero, Robegano, Fossalta di Trebaseleghe, Mogliano, prima di venire nominato parroco a S. Antonino il 10 aprile 1962 dove rimane fino al 1 ottobre 1997, quando il vescovo lo congeda dal servizio sacro; per sua scelta, lascia tutti i suoi beni alla parrocchia. Muore a Quinto, comunità che l’aveva accolto, il 15 ottobre 2008, ed è tumulato ad Istrana.

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