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In mattinata le celebrazioni della Festa della Repubblica a Treviso

Presso il Palazzo dei Trecento di Treviso, si è tenuta la Cerimonia di consegna di 10 onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, di 3 Medaglie d’Onore e di 5 Attestati di Pubblica Benemerenza

TREVISO Si sono svolte a Treviso nella odierna mattinata, le cerimonie per la ricorrenza del 72° Anniversario della Festa della Repubblica con la partecipazione di numerose Autorità civili e militari. La manifestazione pubblica, organizzata dal Prefetto di Treviso Laura Lega con il Sindaco del capoluogo e dal Presidente della Provincia, ha avuto inizio alle ore 10 in Piazza della Vittoria e si è svolta con l’Onore ai Caduti, la deposizione delle Corone d’Alloro e successivamente con la lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella da parte del Prefetto Lega.

Il sezionale Coro A.N.A. ha eseguito l’Inno nazionale, con il supporto canoro del numeroso pubblico convenuto per l’occasione ed alcuni studenti del Liceo A. Canova di Treviso, hanno letto dei propri messaggi sul senso dell’importante giornata di ricorrenza. Alle ore 11, presso il Palazzo dei Trecento di Treviso, si è tenuta la Cerimonia di consegna a cittadini residenti in questa provincia, di 10 Onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana concesse con Decreto del Presidente della Repubblica in data 27 dicembre 2018, di 3 Medaglie d’Onore conferite dal Presidente della Repubblica e di 5 Attestati di Pubblica Benemerenza conferite dal Ministero dell’Interno.

E’ intervenuto anche il Prof. Luca Antonini, Ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Padova, che ha tenuto una “lectio magistralis”. Un’ ensemble di fiati del Conservatorio trevigiano di musica A. Steffani con sede a Castelfranco Veneto, diretta dal Direttore D’Orchestra Maestro Roberto Zarpellon, ha dapprima aperto la Cerimonia con l’Inno nazionale e successivamente allietato i convenuti con alcuni brani classici tra cui l’Inno alla Gioia ed infine concluso con l’interpretazione della “Leggenda del Piave”.

Per volontà del Prefetto di Treviso, soprattutto in questa ricorrenza, la Cerimonia ha inteso costituire un momento di coesione ed aggregazione di tutta la comunità provinciale ed è questo il motivo per cui si è chiamato a partecipare alle celebrazioni tutte le componenti civili, i rappresentanti del mondo produttivo e del terzo settore. Si riportano di seguito i riferimenti degli Insigniti che hanno ricevuto l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana concesse con Decreto del Presidente della Repubblica in data 27 dicembre 2018.

Commendatore Antonino Antoniazzi

Commendatore Pietro Da Re

Ufficiale Francesco Bruzzese

Ufficiale Don Vittorio Battistuzzi

Cavaliere Giorgio Boschiero

Cavaliere Giovanni Nicolosi

Cavaliere Giulio Graziati

Cavaliere Antonio Cenedese

Cavaliere Antonio Cerrone

Cavaliere Riccardo Mallardi

diploma di autorizzazione a fregiarsi di Onorificenza di cavaliere dell’Ordine Equestre del santo Sepolcro di Gerusalemme

Dama  - Mariagrazia Ghirardi

Medaglie d’Onore concesse a cittadini italiani, militari e civili, ed ai familiari dei deceduti che sono stati deportati o internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale e consegnate alla memoria.

Decorato GASPARINI GIOVANNI BATTISTA (DECEDUTO)

Decorato SANSON GIUSEPPE (DECEDUTO)

Decorato Vedelago Nunzio  (DECEDUTO)

attestati di Pubblica Benemerenza al Merito Civile.

Agente della Polizia Locale Alessandro Ruvolo che “Con generoso altruismo, libero dal servizio, interveniva in soccorso di una donna rimasta bloccata nell’abitacolo della propria autovettura che, uscita di strada a causa del fondo stradale scivoloso, aveva colpito il guardrail e si era fermata in equilibrio precario sopra un argine, con le ruote posteriori sospese nel vuoto. Allertati i soccorsi, rompeva senza indugio il vetro del finestrino e riusciva ad estrarre la malcapitata, traendola in salvo. Chiaro esempio del senso del dovere e di virtù civica. Salgareda 22 febbraio 2012.

Agente della Polizia Locale Alberto Cunial che “Con pronta determinazione interveniva tempestivamente in aiuto di un automobilista che giaceva privo di sensi all’interno di un’autovettura che era finita contro un albero. Successivamente, insieme ad un’altra persona, riusciva, con estintori chiesti ad automobilisti presenti, a contenere le fiamme che cominciavano ad uscire dall’auto incendiata. Chiaro esempio del senso del dovere e di virtù civica. Maser 11 giugno 2010.

F.lli Graziano, Giovanni e Massimo Tonon che “con pronta determinazione intervenivano in acqua in soccorso di una donna che era finita, con la propria autovettura in un canale, riuscendo a trarla in salvo. Si adoperavano quindi per recuperare l’auto trainandola con una fune legata a un trattore, riportandola nella sede stradale Chiaro esempio del senso del dovere e di virtù civica. Pianon di Oderzo 12 febbraio 2013.

IL DISCORSO DEL SINDACO DI TREVISO, GIOVANNI MANILDO “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Questo è il primo articolo della nostra Costituzione, la carta fondativa della nostra Repubblica.  Mi sono spesso interrogato sul significato della seconda parte. La prima è chiara, intellegibile, cristallina: il lavoro è l’elemento fondante della dimensione cultura e sociale, prima ancora che economica, della nazione e dell’individuo. Chi non trova o perde il proprio lavoro, e in questi anni di crisi economica ne abbiamo visti molti, smarrisce il proprio ruolo nella società, il proprio posto, la dimensione stessa delle proprie giornate. Di fatto esce dalla Società, dalla Repubblica, appunto. C’è un gran bisogno di lavoro: in bocca al lupo dunque al nuovo governo e al nuovo ministro. Porta sulle sue spalle un peso importante. La parte, però, che mi è sempre apparsa meno immediata è, appunto, la seconda. La sovranità appartiene al popolo, ma con dei limiti. Come dei limiti? Se il popolo vuole qualcosa, non dovrebbe avere limiti, magari stabiliti da pochi. Partendo dalle scuole elementari per poi passare alle medie, fino al Liceo e agli studi in Legge all’Università, questo concetto dei “limiti”, mi ha sempre un po’ spiazzato. È quando ho avuto l’onore, esattamente cinque anni orsono, di diventare Sindaco della mia Città, che ho capito effettivamente perché i Padri Costituenti, con una lungimiranza che proprio in queste ore appare quasi profetica, abbiano inserito la seconda parte del primo articolo della nostra Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Da sindaco, infatti, ho imparato che la Città è dei Trevigiani, non dei partiti che hanno vinto le elezioni, che quando si amministra le bandierine vanno ammainate e deve essere issato soltanto il tricolore: il vessillo che rappresenta tutti, che non può e non deve essere strumentalizzato, che accomuna chi ci ha votati, chi non ci ha votati e soprattutto chi alle urne non c’è proprio andato perché la sua fiducia nella politica e, purtroppo, nelle istituzioni era già finita. La Costituzione - quella seconda parte apparentemente quasi contraddittoria del primo articolo – ci dice proprio questo: non basta la popolarità mediatica, non bastano i voti alle elezioni, non bastano le pacche sulle spalle e le interviste di sostegno del proprio capo di partito per essere un Sindaco, serve comprendere pienamente la nostra Costituzione. Serve amarla e rispettarla e assumerla, senza infingimenti o zone d’ombra, come bussola per la propria azione amministrativa. L'anno scorso Treviso ha avuto l'onore di ospitare l'Adunata Nazionale degli Alpini. E' stata la nostra Olimpiade, è stata una festa dei valori: rispetto, onestà, lealtà, solidarietà, generosità. Questi valori sono e costituiscono le fondamenta su cui poggia la nostra Repubblica. Questi valori devono essere un monito per tutti i politici senza distinzione di casacca. I valori non hanno colore o bandiera. Permettetemi una chiosa personale: io ho sempre pensato che per rappresentare la nostra Città dovessi essere il Sindaco di tutti i Trevigiani e non, semplicemente, “di Treviso”. Il 2 giugno, qui, è la festa di tutti i trevigiani, anche e soprattutto di coloro che in questo momento credono di essere arrabbiati con le istituzioni, e non basterà l’incursione di un qualsiasi capo politico per dividerci o farci cambiare idea su quanto sia fondamentale, per ciascuno di noi, la seconda parte del primo articolo della nostra Costituzione. È quella che ci trasforma da elettori in cittadini. Buona festa della Repubblica.

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