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Consumo di suolo e inquinamento, a Treviso torna "Fridays for Future"

Venerdì 3 marzo un corteo, in partenza dalle 9 alla Palla di Ferro di via Roma, per denunciare la grave situazione ecologica della città, con l'aria tra le più inquinate d'Italia. Manifesti appesi all'esterno delle scuole. Circolare del liceo Canova: assenza per manifestazione non sarà contata

Torna domani, 3 marzo, lo sciopero di Fridays for Future a Treviso, per manifestare contro la grave situazione ambientale della città di Treviso che vanta (si fa per dire) un'aria tra le meno salubri d'Italia oltre al noto stato del consumo di suolo. Oggi, 2 marzo, alcuni dei manifestanti hanno esposto striscioni all'esterno di alcuni istituti della città. Dal liceo Canova è arrivata in giornata la notizia dell'emessione da parte dell'istituto di una circolare per cui l'assenza in caso di partecipazione alla manifestazione non verrà contata. A questa manifestazione che comincerà alle ore 9 e avrà inizio alla Palla di Ferro di via Roma ne seguira una ulteriore prevista per l'8 marzo alle 18.30, a Porta Santi Quaranta, insieme con Non una di Meno Treviso.

Uno degli striscioni esposti

Il comunicato degli organizzatori

Il 2023 è iniziato in continuità con gli anni precedenti per quello che riguarda il trend di aumento dei fenomeni atmosferici estremi e dei vari fenomeni legati alla crisi climatica. Lo vediamo chiaramente nell’aggravarsi della siccità in tutta Europa, come di frequenti alluvioni in varie parti del mondo. Il tema di come affrontare la crisi climatica è ormai sulla bocca di tutti, anche se le azioni realmente efficaci non vengono messe in campo.

La nostra città si inserisce in un quadro ambientale piuttosto preoccupante. Il rapporto annuale Ispra sul consumo di suolo ha dimostrato nel 2021 il consumo di suolo in Italia è stato il più alto degli ultimi dieci anni, il Veneto è la regione più cementificata del paese e la provincia di Treviso è la seconda più cementificata del Veneto, seconda solo a Padova. Treviso è una delle città più cementificate del Triveneto contando ben 36 supermercati nella città, escludendo la provincia. Dall’altra parte, nel centro città si continua a costruire case di lusso nonostante vi siano 6000 case sfitte nel solo centro storico, e la speculazione edilizia renda impraticabile per singoli e famiglie di trovare casa o rimanere in centro, portando avanti una visione della città con sempre meno servizi, spazi di socialità e spazi verdi.

Questo spinge sempre più persone ad andare a vivere in periferia dove però il trasporto pubblico non è garantito in maniera capillare e continuativa, obbligando all’uso delle auto fin dentro il centro storico. Questo porta dei livelli di pm 2.5 e pm10 sopra il livello di guardia, andando a peggiorare la situazione molto grave data la presenza di un aeroporto dentro il Parco Naturale del Sile. Lo studio “Costi sanitari dell’inquinamento atmosferico nelle città europee, connesso al sistema dei trasporti” (CE Delf, 2018), vede la nostra città tra le peggiori 15 d’Italia, mentre Legambiente prevede che gli obbiettivi europei di riduzione delle polveri sottili per il 2030, con questa gestione, saranno raggiunti nel 2053.

Come nel resto del mondo, anche nella nostra città stiamo vivendo una siccità che si sta aggravando con il passare dell’inverno e che porterà a razionamenti di acqua per la primavera prossima, con pesanti conseguenze per l’agricoltura. Nella nostra provincia la gestione dei fiumi e del bene comune dell’acqua è stata troppo spesso succube di ragionamenti mirati al profitto, come nel caso delle cave e dell’estrazione di ghiaia dal letto de la Piave, dall’altra parte si continua ad inquinare fiumi con liquami, scarti industriali e prodotti che arrivano direttamente dalle fabbriche o dalle case. Siamo di fronte ad una delle siccità peggiori degli ultimi anni e invece di tutelare e proteggere un bene comune che ci garantisce la sopravvivenza, si continua ad inquinare ed estrarre acqua a fini commerciali, mettendo le falde acquifere a rischio di contaminazione o prosciugamento, come nel caso della cava Morganella.

Noi siamo convinti che un altro modello di città non sia solo possibile, ma estremamente necessario. Rivendichiamo ed esigiamo una gestione del territorio che garantisca di poter continuare a vivere nella nostra città senza vedere beni comuni come il suolo, l’aria e l’acqua sempre più contaminati e messi a profitto per l’interesse di pochi.

Il volantino-2

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