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Giornata del ricordo, le iniziative nella Marca per commemorare i martiri delle foibe

A Treviso cerimonie in via Norma Cossetto a Santa Bona, sul Bastione di San Marco con Questore, Manuela De Bernardin Stadoan, e Prefetto Angelo Sidoti e alla chiesa Votiva con il sindaco di Treviso, Mario Conte. Commemorazioni in tutta la provincia

Numerose le iniziative che si sono tenute nella Marca oggi, 10 febbraio, in occasione del giorno del Giorno del Ricordo nella giornata dedicata dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell’Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati, ricorrenza istituita dal Parlamento italiano proprio per onorare la memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano dalmata e delle vicende del confine orientale del secondo dopoguerra. A Treviso in prima mattinata in via Norma Cossetto, di fronte alla scuola secondaria "Bianchetti" è stato deposto un mazzo di fiori da parte del vicesindaco Alessandro Manera, il consigliere regionale Tommaso Razzolini, il consigliere comunale Davide Acampora e i rappresentanti di alcune associazioni degli esuli ed ex combattentistiche. La cerimonia è stata allietata da un concerto degli studenti.

Oggi, 10 febbraio, ricorreva l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, morto il 10 febbraio del ’45 nel campo di concentramento nazista di Dachau,la cui opera contribuì in modo determinante al salvataggio dal genocidio di migliaia di ebrei stranieri e italiani. Per onorare il suo sacrificio, è stata deposta una corona presso la targa commemorativa presente lungo le mura storiche della città, zona Bastioni San Marco. Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto Angelo Sidoti, il Questore Manuela De Bernardin Stadoan, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, i rappresentanti della comunità ebraica, le autorità civili e militari cittadine e due classi del liceo scientifico Duca degli Abruzzi.

Particolarmente toccante la cerimonia che si è tenuta di fronte alla chiesa Votiva e a cui ha preso parte anche il sindaco di Treviso, Mario Conte. «Ho partecipato alla cerimonia di deposizione di una corona d'alloro alla lapide posta davanti alla chiesa Votiva per ricordare gli esuli istriani e le vittime dei massacri delle foibe» ha scritto il sindaco sulla sua pagina Facebook «Nel Giorno del Ricordo è importante uscire dalle dinamiche dei numeri ed entrare nel racconti delle persone: dietro i numeri ci sono persone e famiglie e dietro alle persone ci sono storie di morte, di sofferenza e di sacrificio come quelle che oggi oggi ci sono state testimoniate da Antonio Zappador e Adriano Agressi. E' evidente che l'umanità non ha ancora capito come bisogna vivere in pace: nel territorio, un anno fa, abbiamo accolto cittadini afgani e ucraini, segno che, in alcuni paesi del mondo (alcuni molto vicini a noi), non è stato ancora fatto un passo in avanti nella cultura della pace. La nostra generazione ha una grande responsabilità nei confronti delle future generazioni: dobbiamo continuare a sensibilizzare a far conoscere la storia proprio perché questi orrori non si ripetano più».

La celebrazione alla chiesa Votiva

Questa mattina, in Piazza Caduti a Mogliano Veneto si è tenuta la cerimonia commemorativa in ricordo delle vittime delle foibe e dellesodo giuliano-dalmata. Alla deposizione di una corona di alloro ai piedi della targa in loro memoria, ha fatto seguito l’intervento del sindaco Davide Bortolato, alla presenza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, del Comitato 10 Febbraio, di una rappresentanza della Croce Rossa Italiana, dell’Associazione Mojan, della Pro Loco Mogliano, della
Protezione Civile, di UNUCI e ANPI.
Presenti alla commemorazione in Piazza Caduti anche numerosi profughi giuliano, fiumano e dalmati residenti a Mogliano Veneto, oltre ad una rappresentanza degli studenti delle scuole superiori del Collegio Salesiano Astori accompagnati dalla Preside. Tra loro, la signora Federica Haglich, unesule da Lussinpiccolo, che ha portato la commovente testimonianza del drammatico tentativo di fuga di suo zio Giovanni Zorovich e la storia coraggiosa della fuga dall’isola di suo zio Anton, con sei bambini piccoli al seguito, compiendo l’attraversata dell’Adriatico in barca a vela senza motore.

Intervento del sindaco Davide Bortolato

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