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Inaugurata all’ospedale di Treviso la "stanza di Jacopo"

A tagliare il nastro, assieme a Fausta Tocchio, mamma di Jacopo, il presidente della onlus “La stanza di Jacopo” , Gabriele Lalatta Costerbosa, il dg Francesco Benazzi, l’assessore Gloria Tessarolo, i figli e la sorella di Caterina Barbazza

Inaugurata oggi, martedì, all’Ospedale di Treviso, la Stanza di Jacopo, “oasi familiare” all’interno del Ca’ Foncello,  per coloro che si trovano ad assistere familiari o amici in gravi condizioni. Lo spazio è stato dedicato a Caterina Barbazza, infermiera di Salgareda che ha trascorso cinque lunghi anni tra Rianimazione e Unità Coronarica, prima della morte avvenuta nel  2016, a  46 anni. A tagliare il nastro, assieme a Fausta Tocchio, mamma di Jacopo, e al presidente della onlus  “La stanza di Jacopo”, Gabriele Lalatta Costerbosa c’erano il direttore generale Francesco Benazzi,  l’assessore alle politiche sociali, sanitarie e per la Terza Età del Comune di Treviso, Gloria Tessarolo, i figli e la sorella di Caterina Barbazza. Il progetto de “La stanza di Jacopo” nasce dalla volontà della famiglia e degli amici di Jacopo Corradi Tocchio, un ragazzo ligure mancato improvvisamente per una crisi asmatica nel 2010, a soli 21 anni, mentre si trovava a Londra. La sua famiglia ha fondato un’onlus con la quale sta realizzando negli ospedali italiani delle “isole di conforto”, dedicate a chi si trova ad affrontare momenti di dolore.

I locali, messi a disposizione dall’Ulss sono stati arredati dall’Associazione “La stanza di Jacopo“ con l’aiuto di diversi sponsor. L’allestimento, di grande razionalità ed essenzialità, è realizzato nel massimo confort e dignità affinché le famiglie possano trovare un luogo ove recuperare forze. «Una stanza simile a questa è stata per me un luogo di conforto e di preghiera quando, in Inghilterra, mi sono trovata ad assistere mio figlio -ha raccontato la mamma di Jacopo, Fausta Tocchio- Da quell’esperienza ci siamo convinti che il modo migliore per ricordare Jacopo fosse dotare anche altri ospedali di un luogo simile, dedicato ai familiari di chi soffre».

«Noi portiamo in ospedale qualcosa che non è direttamente sanitario ma che è ugualmente fondamentale nei momenti in cui le persone si trovano a dover affrontare il dolore, la malattia, la morte – ha sottolineato Gabriele Lalatta Costerbosa, presidente dell’Associazione “La stanza di Jacopo”- Il  Veneto, va sottolineato, è una Regione in cui c’è grande sensibilità su questo tema e che, più di altre, ha risposto a questa esigenza».

«Ai familiari di Jacopo  -ha osservato Benazzi- va il nostro più sentito ringraziamento: in poco tempo la Stanza di Jacopo è approdata in tre dei nostri ospedali: dopo Conegliano e Montebelluna è ora la volta di Treviso.  Questa stanza è una “nicchia d’amore”, un’oasi di conforto dedicata a coloro che si trovano a vivere momenti di difficoltà e di dolore».

«Sono grata a coloro che hanno reso possibile ricavare questo spazio all’interno  del Ca’ Foncello -ha sottolineato l’assessore Tessarolo- La mamma di Jacopo, quello che sta realizzando assieme alla Onlus da lei fondata è un esempio di come il dolore possa diventare un’opportunità».  

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