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#ioapro a Treviso, baristi e ristoratori all'unisono: «Vogliamo veri ristori»

Flashmob degli esercizi pubblici in centro a Treviso: vetrine accese per bar e tavoli apparecchiati nei ristoranti, pur senza clienti. Il coordinatore di Veneto Imprese Unite Andrea Aiello: «Ricevuti indennizzi che coprono solo il 2,5% delle perdite»

Da Toni Del Spin allo Shiraz, da TvBurgher alla pizzeria Zeus, passando per il Bar San Vito, la locanda S. Tommaso, la trattoria Hesperia, la Cantinetta e l'osteria Arman. Ieri sera alle 20 il centro di Treviso si è impreziosito  di vetrine accese e tavole imbandite. Ma i clienti, quelli sono rimasti fuori, in ottemperanza alle norme sulla pandemia. Veneto Imprese Unite, con il sostegno delle altre sigle sindacali tra cui la Fipe, ha voluto dire al governo che le aziende della ristorazione, della città ma anche quelle della provincia,  ci sono ma che «per la sopravvivenza nostra, delle nostre famiglie, dei nostri dipendenti e dei nostri fornitori, si aspettano ristori veri - dice il coordinatore Andrea Penzo Aiello - sono dieci mesi  che rispettiamo tutte le regole, ma stanno morendo centinaia di migliaia di aziende e abbiamo diritto di leggere i documenti che spiegano e dimostrano anche le evidenze scientifiche dell'obbligo di chiusura dei pubblici esercizi a cena e nei fine settimana. I soldi ricevuti fino ad oggi rappresentano mediamente solo il 2,5% del fatturato delle nostre aziende, così è la fine».

«Resiste - dichiara Mauro Rubinato, uno dei due titolari del TvBurgher di Porta S. Tommaso, che ha aderito alla protesta  - chi in passato ha fatto la formichina. Chi invece non ha voluto o potuto risparmiare, perché per esempio preso dalle molte spese che aprire una attività comporta, rantola e affanna. E' circa un anno che garantiamo a chi lavora con noi lo stesso stipendio, senza tirarci fuori un euro che sia uno. Ma con le nuove regole e il delivery, che copre forse il 25% del fatturato, non so per quanto tempo potremo tirare avanti. Contiamo su qualche cliente che ci fa le ordinazioni anche 5 volte alla settimana. La gente normale...quella invece è evaporata, al massimo ti arriva un ordine ogni 10 giorni. Roba da fame».

«Ci è stato promesso - torna a dire Aiello - che i nuovi ristori verranno fatti sulla base delle perdite nei premi sei mesi dell'anno passato. Ma di cifre reali si continua a non parlare».

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