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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Mezzi pesanti, la tecnologia salva la vita di chi è sulla strada

La lettera aperta di Danilo Vendrame, presidente autotrasportatori Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

TREVISO Abbiamo purtroppo ancora tutti negli occhi le immagini dell’incidente di Bologna che ha riportato prepotentemente alla ribalta il tema della sicurezza stradale dei mezzi pesanti. La questione che coinvolge l’autotrasporto è sempre la stessa: bisogna che venga costantemente assicurato il binomio professionalità dell’autista ed efficienza dei mezzi di trasporto. Imprevisti, distrazione, colpo di sonno, malore: alcune della cause che possono portare a tragedie. Di fronte ad un camionista che perde la concentrazione sulla strada ci può essere una fila di automobili in colonna, un veicolo fermo ad un semaforo. Un conducente che perde la concentrazione può saltare la corsia e andare fuori strada.

Per evitare queste eventualità dal 1 novembre 2015 è in vigore il Regolamento Europeo 661/2009 che obbliga i costruttori di veicoli pesanti, sopra le 80 tonnellate, di dotarli di un sistema di assistenza alla frenata con rallentamento automatico antitamponamento ( AEBS). Inoltre tutti i mezzi sopra le 35t devono montare a bordo il sistema che avverte l’autista del cambio di corsia (LDVS). Dal prossimo novembre inoltre sarà obbligatorio dotarli di sistemi di assistenza alla frenata ancora più avanzati. Si tratta di dispositivi molto efficaci che possono evitare o ridurre notevolmente le conseguente di sinistri. Sono però ancora troppo pochi i mezzi che montano questi devices perché l’età media del parco circolante è molto elevata. In Italia solo il 4.2% dei mezzi è stato immatricolato dopo novembre 2015 su un parco veicolare complessivo di 638.500 (dato nazionale Unrae). Nel Veneto la situazione è diversa. Per quanto attiene al trasporto professionale (conto terzi) operano 8.580 imprese artigiane con un parco che conta 47mila mezzi, di cui il 15% acquistato dopo l’entrata in vigore degli obblighi relativi ai nuovi sistemi di sicurezza. Nella Marca Trevigiana la percentuale è analoga e le imprese artigiane sono 1.280 con circa 9mila unità complessive.

Dati che confermano  gli sforzi e gli investimenti fatti dai nostri autotrasportatori per l’adeguamento tecnologico e il miglioramento degli standard di sicurezza delle flotte, anche se c’è ancora molto su cui lavorare. Ricordo che uno di questi sistemi ha consentito di ridurre notevolmente il numero delle vittime nell’attentato di Berlino nel dicembre 2016, perché il camion rubato e guidato dal terrorista montava un sistema di frenata automatica che ai primi contatti con le persone ha frenato autonomamente arrestandosi dopo 70mt. La proposta che come categoria facciamo agli operatori è di rivolgersi alle concessionarie delle case costruttrici, di verificare la possibilità di montare come retrofit alcuni sistemi di sicurezza ADAS (Advenced Driver Assistence Systems). Sono soldi ben  spesi considerando che possono salvare vite umane  e che, anche un minimo tamponamento, può richiedere uno stop del veicolo in officina compromettendo i guadagni dell’impresa. Auspichiamo che il Governo metta sul piatto della bilancia non solo l’esigenza di svecchiare  il parco veicolare italiano ma anche la sicurezza stradale, prevendendo incentivi per questa specifica tipologia di investimento.

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