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«Manteniamo vivo il legame con i nostri cari defunti»

Lunedì 1° novembre la preghiera del Vescovo Michele Tomasi al cimitero di San Lazzaro

Lunedì pomeriggio, durante la funzione di preghiera di suffragio per i fedeli defunti, tenuta al cimitero di san Lazzaro a Treviso, il vescovo Michele Tomasi ha ringraziato i presenti, i sacerdoti della città, il coro della cattedrale ed alcuni fedeli della loro presenza: «Malgrado la pioggia siete qui a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio, a mantenere vivo il legame con coloro che ci hanno preceduti, nella vita e nella fede. Noi dobbiamo loro questa presenza, questa fedeltà, questa preghiera. Dobbiamo anche a noi l’impegno di mantenere vivi il legame e la relazione, e qui siamo in rappresentanza di tutte le nostre comunità, di quanti stanno soffrendo per la perdita di una persona cara, di quanti faticano a sperimentare la speranza o si sentono soli perché particolarmente colpiti dalla vita».

Il Vescovo ha ricordato il venerdì della quaresima del 2020, in cui era venuto da solo al cimitero, per pregare per tutti i defunti in periodo di lockdown, quando ancora non si poteva uscire di casa e “tanti nostri cari ci hanno lasciato senza che avessimo potuto accompagnarli con un rito, un incontro, una preghiera comunitaria. Non dovremmo più dover vivere momenti simili, e ora dobbiamo essere davvero popolo di Dio in cammino, prendendoci cura gli uni degli altri, continuando nella fede il nostro legame con i cari defunti, cui siamo legati dalla morte e dalla risurrezione di Cristo. Dobbiamo camminare insieme per essere degni di quanto i nostri cari hanno fatto per noi e di quanto essi ci hanno trasmesso, contrastando con la solidarietà ogni odio, ogni divisione, ogni situazione di conflitto e di guerra, testimoni di speranza e di vita».

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La benedizione sulle tombe e la preghiera hanno concluso il momento di preghiera. Questa mattina mons. Tomasi ha presieduto la celebrazione in cattedrale per la solennità di Tutti i Santi. Commentando il Vangelo sulle Beatitudini, il Vescovo ha ricordato che «la santità è un popolo in cammino, in cui i poveri della storia trovano accanto a sé altri poveri che per amore si sono spogliati del proprio ingombrante io e, tutti insieme, ascoltano la dolcezza della voce che li dice - tutti - beati. Insieme essi pongono le condizioni perché questa Parola diventi esperienza di aiuto dato e ricevuto, di vita a tratti faticosa, ma vissuta insieme e senza paura, nella speranza di un amore sempre più grande, di una vita sempre più intensa».

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