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Il bilancio ad un anno dal lockdown: anche Pasqua appare compromessa

Il commissario della Confcommercio provinciale, Tullio Nunzi: «Ora non più ristori, ma indennizzi, le conseguenze sono e saranno devastanti per pubblici esercizi e turismo»

«Il passaggio di fascia sarà stato pure annunciato per tempo, ma condivido a pieno lo sbigottimento dei pubblici esercizi e la disperazione dell’alberghiero, le conseguenze per il comparto saranno devastanti. I ristori non bastano più, servono indennizzi, azzeramento dei debiti fiscali, sospensione dell’invio di nuove cartelle, vaccini per il personale e per gli imprenditori». A parlare è Tullio Nunzi, Commissario straordinario di Unascom-Confcommercio provinciale che aggiunge: «Un intero comparto sta per perdere anche la stagione di Pasqua, già di fatto compromessa che, come i saldi per la moda o il Natale per il commercio, avrebbe consentito non dico di trarre ricavi, ma almeno di sopravvivere. Asporto e delivery non bastano: la contrazione dei fatturati supera, anche in provincia, il 44% rispetto all’anno precedente e capisco chi decide di chiudere del tutto e di rinunciare perché il gioco non vale la candela. Questi mesi hanno dimostrato che sono due dimensioni che possono integrare, ma non sostituire la dimensione conviviale della ristorazione. Le nostre imprese chiedono programmazione, mentre sono costrette a fare i conti con un’incertezza devastante che mette a rischio la tenuta sociale. Ormai il disagio c’è, si sente, non c’è famiglia che non abbia conseguenze in termini di salute, compromissione del reddito, perdita del lavoro, equilibrio. Imprese e lavoratori sono sottoposti a una politica di stop & go che logora e danneggia, da tutti i punti di vista, mentre invece le nostre imprese meritano attenzione e rispetto. Un’impresa su quattro rischia di chiudere, ed i riflessi sono e saranno non solo economici ed occupazionali, ma si vedranno anche nelle città e nei paesi, il rischio “desertificazione” già si vede in vari centri urbani, non è un problema del commercio, ma della collettività».

«E’ sicuramente apprezzabile il modello dei FUND che qui, nella Marca Trevigiana, ha preso piede per snellire i finanziamenti delle piccole imprese, ma - ribadisce il Commissario – occorre sbloccare la rigidità del sistema creditizio, in momenti tragici come questi, c’è di sicuro il rischio, pur in territori sani come questo, di pericolose e inquietanti attenzioni della malavita organizzata verso le  aziende più fragili e in crisi. La via di uscita non può che essere nei vaccini e nel sostegno al turismo, che rappresenta il 14% del Pil nazionale, oggi quasi azzerato, sarà il driver della ripartenza. Gli alberghi - per decreto -  possono stare aperti, ma scelgono di tenere chiuso nella quasi totalità per eccesso dei costi rispetto alla mancanza di clientela. Rilanciare, in ottica competitiva, il turismo significa avviare riforme immediate, con tempi certi, abbiamo paesi confinanti molto competitivi che non ci mettono 22 anni per avviare una riforma della legge quadro. Occorre cambiare passo e velocità, la ripartenza allargherà gli scenari di confronto ed aprirà a nuovi segmenti turistici, vanno compresi ed intercettati subito, capire le trasformazioni e le rivisitazioni necessarie, facendo fronte comune».

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