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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Crisi umanitaria in Ucraina: anche Uniti per la Vita si mobilita per fornire supporto

Grazie a diverso donazioni è stato spedito in Polonia un carico di prodotti per l’infanzia quali pannolini, articoli per l’igiene, abbigliamento, nonché alimenti e materiale scolastico

Sin dai primi giorni dell’emergenza, l’associazione trevigiana Uniti per la Vita con sede nel capoluogo e a Montebelluna ha comunicato alla Prefettura di Treviso e alle strutture di accoglienza la pronta disponibilità a fornire vestiario e generi alimentari per bambini, presenti nei banchi aiuto dell’Associazione, allo scopo di accompagnare e sostenere le donne ucraine che giungono nella Marca, bisognose di aiuti per i nascituri.

Parallelamente, grazie ad una attività di raccolta di aiuti straordinaria, occasionata dalla situazione, è stato possibile recapitare a contatti sicuri e affidabili in Polonia un carico di prodotti per l’infanzia quali pannolini, articoli per l’igiene, abbigliamento, nonché alimenti e materiale scolastico: il tutto è già stato distribuito alle famiglie ucraine sfollate e, in previsione di ulteriori esigenze connesse anche all’accoglienza nelle nostre città, è stato istituito un fondo straordinario per sostenere gli opportuni interventi di aiuto. L’associazione, inoltre, rende noto che, grazie alla presenza di una mediatrice culturale, è già garantita la possibilità alle richiedenti asilo in stato di gravidanza di fruire dei corsi pre-parto avviati da UpV: un’utile opportunità già colta da una delle donne ucraine seguite in questi giorni.

La sede di via Pinelli, da anni crocevia di centinaia di famiglie italiane e straniere che ogni anno vi si recano alle prese con difficoltà non solo di natura economica connesse ad una gravidanza e ai successivi primi anni di crescita del bambino, come di consueto, funge da cartina al tornasole per le marginalità sociali in un segmento particolare quale quello che coinvolge i più piccoli fra noi: «Fra le situazioni più rappresentative che abbiamo preso in carico in questa nuova emergenza», racconta la presidente Guarneri, «il caso di una madre con figlia piccola, giunti in Italia e accolti da parenti già insediatisi nel trevigiano da tempo. Il padre è rimasto in Ucraina a combattere». 

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