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A tre mesi di distanza dallo schianto sul Piave, lo storico ultraleggero "Storch" torna a volare

Il 30 marzo il pilota Fausto Bernardini, ex ufficiale dell'Aeronautica militare di 68 anni, era stato costretto ad un atterraggio di emergenza sul greto del fiume, danneggiando il velivolo

SPRESIANO Dal greto del Piave ai cieli della Marca trevigiana per un ritorno al volo quanto mai sperato e atteso a lungo, da quel 30 marzo scorso nel quale con un atterraggio d'emergenza era finito sul greto del Piave a Spresiano, nei pressi della sede della Fassa Bortolo. Quel giorno infatti un'avaria al motore aveva portato "Storch" (questo il nome dell'ultraleggero storico protagonista suo malgrado della vicenda) a schiantarsi al suolo riportando diversi danni, tanto che nei giorni successivi era in dubbio un suo ritorno nell'aria.

A distanza di oltre tre mesi però, Storch e il suo pilota Fausto Bernardini, ex ufficiale dell'Aeronautica militare di 68 anni, domenica sono tornati a libraresi nei cieli della Marca: "Dopo quasi quattro mesi di operazioni aero-chirurgiche, da parte del chiarissimo Prof. Aldino Liverani, Storch è nuovamente assurto al cielo. Questa mattina alle 07.30 l’amico Alberto mi ha trasportato a Faenza, a bordo della sua Cicogna. Un volo da passeggero, a guardarmi intorno e immaginare come mi avrebbe accolto il mio amato destriero. E l’accoglienza è stata ottima. C’è stato un immediato pensiero d’intesa - scrive Bernardini su Facebook - Nulla è rimasto, di torbido, fra noi. L’ho abbracciato sul muso e gli ho accarezzato l’elica e i profili. Quel giorno lui non mi tradì ed io feci il possibile per salvare la pelle di entrambi, così, reciprocamente, non abbiamo niente da perdonarci. Poco prima delle nove eravamo già pronti al primo volo di prova, al quale ne è seguito un secondo e un terzo; molto brevi, solo per testare la velocità di stallo, la VNE (massima velocità) e la manovrabilità".

"Come ogni aereo che esce da una lavorazione complessa - continua il pilota trevigiano - avrebbe avuto bisogno di ulteriori voli di messa a punto, che mi sono riservato di fare in sede, nei prossimi giorni. Il tempo minacciava l’arrivo di temporali nel primo pomeriggio così, alle 10.30, in posizione di gregario, ho seguito Alberto attraversando l’intera Padana, per giungere al campo Albatros di Spresiano verso le 11.50. Giri motore perfettamente regolari, cellula che tende a inclinarsi a sinistra e che dovremo correggere con un piccolo trim d’estremità alare.  E’ stata un’emozione, per me, farlo atterrare ancora a Spresiano. Come credo sia stata per lui. Siamo di nuovo insieme. Ora, la sera, quando si prevedrà che l’indomani sarà una bella giornata, prima di addormentarmi un pensiero volerà verso lui. Se invece la notte minaccerà neve, o le saette illumineranno le nuvole gonfie di pioggia, lo stesso ci sarà un pensiero per lui, chiuso nel suo hangar ad aspettarmi".

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