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Mercoledì, 29 Marzo 2023
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Vaccini Moderna, Arcuri annuncia un taglio del 20%

Il Commissario per l'emergenza Covid: «Il nostro sconforto aumenta. Ci mancano almeno 300.000 dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e non abbiamo ricevuto»

Sempre meno vaccini per l'Italia. La doccia fredda arriva da Domenico Arcuri, Commissario per l'emergenza Covid: «Moderna ci ha avvisato che per la settimana del 8 febbraio invieranno 132.000 dosi invece delle preventivate 166.000, il 20% in meno».

«Dopo Pfizer e AstraZeneca, anche Moderna consegnerà ora meno dosi - dice Arcuri -  Il nostro sconforto aumenta. Ci mancano almeno 300.000 dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e non abbiamo ricevuto. Per questo abbiamo attivato tutte le tutele possibili per far valere le nostre ragioni. Vaccineremo gli italiani - ha aggiunto - quando avremo i vaccini, ma i ritardi non dipendono da noi nonostante qualcuno prosegua con la propaganda. Pretendiamo i fornitori rispettino gli impegni sottoscritti. Il vaccino non è una bibita e neanche una merendina, con tutto il rispetto per le bibite e le merendine. Non si fanno promesse, si deve solo rispettare i contratti e fornire le dosi di vaccino pattuite. Le difficoltà sono lampanti».

Vaccini Italia: da 16 milioni a 3,4 milioni di dosi

«L'obiettivo strategico è quello di dotare anche il nostro Paese di una rete di sperimentazione e sviluppo diversa da quella che c'era ed arrivare ad un livello accettabile di produzione autoctona di vaccini e farmaci anti Covid - ha poi detto Arcuri - L'Italia il 15 gennaio era il Paese che aveva somministrato il piu' alto numero di vaccini 200mila in piu' della Germania, a distanza di dieci giorni, la Germania ne ha somministrati 400mila in piu'". "Oggi pomeriggio - ha ricordato Arcuri - l'Ema dovrebbe pronunciarsi su Astrazeneca. In ogni caso le 16 milioni di dosi assicurate nel primo trimestre all'Italia si sono ridotte prima a 8 e ora a 3,4 milioni».

Ritardi e contratti sotto la lente di ingrandimento

Il professor Salvatore Sciacchitano, medico endocrinologo dell'Università La Sapienza di Roma, è intervenuto oggi ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'e' desta', su Radio Cusano Campus, sui contratti con le aziende farmaceutiche per i vaccini ha detto: «Il tema della trasparenza è fondamentale. Nell'anno che ho passato al Ministero della Salute, l'Italia sollevò il problema della trasparenza nella negoziazione con le case farmaceutiche. Le uniche che non votarono la risoluzione furono Inghilterra, Germania ed Ungheria, guarda caso sono quelle che adesso stanno proponendo che le contrattazioni vengano eseguite in maniera indipendente. Pero' due di queste nazioni fanno parte dell'Ue. L'Ue ha fatto una contrattazione collettiva, ma il concetto di trasparenza non è stato perseguito, non dando a tutti i cittadini le informazioni necessarie visto che i soldi che sono stati impiegati nelle trattazioni sono soldi pubblici. Se non c'e' questa trasparenza ci sono tutta una serie di pericoli che portano a disgregare e portano al nazionalismo dei vaccini, oltre che ad aumentare il rischio corruzione. Oggi ci ritroviamo a discutere quando il problema della trasparenza e' esploso in maniera eclatante. L'Europa ha ceduto alla richiesta delle big pharma. Lo stesso Arcuri ha detto che è stato un errore fidarsi delle big pharma. Con i vaccini anti-covid alcune case farmaceutiche hanno dichiarato che intendono fare business as usual, per loro è una fonte di profitti. Il vaccino è stato strapagato e abbiamo dato a queste case farmaceutiche il vantaggio di negoziare da una posizione di forza».

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