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Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Vaiolo delle scimmie, Ulss 2 in attesa del vaccino: «Dosi per i tecnici di laboratorio»

Il direttore dell'Ulss 2, Francesco Benazzi: «Non sarà una vaccinazione di massa. Le dosi verranno somministrate solo ai positivi e al nostro personale». West Nile: restano 11 i casi nella Marca, 3 i ricoverati

Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie non è ancora arrivato in provincia di Treviso. «Siamo in attesa di indicazioni dalla Regione» spiega il direttore generale dell'Ulss 2, Francesco Benazzi. «In Veneto, ad oggi, sono arrivate circa 400 dosi di vaccino. La nostra provincia non è tra le più in emergenza, come Padova ad esempio. Impossibile stabilire una data certa per l'arrivo delle dosi a Treviso, di sicuro non sarà una vaccinazione di massa come per il Covid - continua il direttore generale -. Saranno vaccinati solo i pazienti positivi con sintomi e, soprattutto, il nostro personale di laboratorio che, per motivi di lavoro, deve maneggiare giornalmente il virus con il rischio concreto di infettarsi». 

La situazione in Italia

Secondo il bollettino di oggi, martedì 9 agosto, in Italia i casi confermati sono 599. Di questi 169 sono collegati a viaggi all'estero. L'età media è di 37 anni. La quasi totalità dei contagi riguarda uomini (590), solo 9 le donne. La regione con il più alto numero di casi confermati resta la Lombardia che ne segnala 265, seguita da Lazio (114), Emilia Romagna (65), Veneto (42), Toscana (25), Piemonte (22), Campania (18), Liguria e Puglia (12), Friuli Venezia Giulia (11). Ferme a 5 le regioni che non hanno ancora segnalato nessuna infezione da Monkeypox virus (Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d'Aosta). Le restanti, comprese le province autonome di Bolzano e di Trento, hanno meno di 10 contagi.

West Nile

Restano 11 i casi accertati nella Marca, nessuno emerso nelle ultime ore. Di questi, solo tre persone sono attualmente ricoerate in ospedale. «Le loro condizioni sono in miglioramento e fanno ben sperare - conclude Benazzi -. Già nelle prossime ore i ricoverati in ospedale dovrebbero essere dimessi mentre i pazienti in cura domiciliare non destano preoccupazioni».

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