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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Varianti Covid, la Cna di Treviso: «Veneto fanalino di coda nella ricerca»

Mattia Panazzolo, direttore della Cna trevigiana: «Vaccinare non basta, solo lo 0,54% dei tamponi vengono analizzati nella nostra regione. L’Oms ha raccomandato di eseguire test su almeno il 5%»

Mattia Panazzolo, direttore della Cna di Treviso, punta il dito contro la Regione Veneto sul tema delle varianti Covid. «L’Oms ha raccomandato di eseguire test su almeno il 5% dei tamponi raccolti per individuare le varianti, che sono più contagiose e più refrattarie al vaccino. Il Veneto è tra le regioni italiane in cui le varianti si cercano meno, ben al di sotto della media nazionale. In Italia viene testato solo l’1,1% dei tamponi, in Veneto lo 0,54%, a fronte di regioni che hanno ben altri ritmi (Abruzzo: 6,05; P.A. Bolzano: 5,08; Sardegna 4,05; Umbria: 3,06).

«La caccia alle mutazioni è un’attività che, come comunità veneta e trevigiana, stiamo sottovalutando - continua Panazzolo - e questo potrebbe esporre la nostra popolazione a nuove ondate di contagi. È importante utilizzare il periodo estivo per mettere in campo un piano solido per non trovarci in autunno con nuove chiusure generalizzate delle attività economiche, delle scuole, della socialità in genere. La campagna vaccinale sta procedendo, anche se nel Veneto il 25% delle persone tra i 60-69 anni e il 14% tra i 70-79 anni non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose, ma non possiamo affidarci solo alle vaccinazioni. Dobbiamo tracciare molto di più, cercare le varianti ed effettuare una campagna informativa alla popolazione di sensibilizzazione sull’utilità del vaccino e sul dovere sociale di vaccinarsi».

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