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Maltempo, nuovo bollettino della protezione civile. Resta il rischio frane

Il governo intanto destina un miliardo di euro ad un piano degli invasi e ad un progetto per la messa in sicurezza della montagna: il plauso del governatore Zaia

L’ondata di maltempo che ha travolto il Veneto tra fine ottobre e inizio novembre continua  a lasciare strascichi di tipo idraulico e idrogeologico in alcune parti del territorio. Esiste infatti ancora la possibilità d’innesco di fenomeni franosi sui versanti, dovuta alle precedenti precipitazioni. Per questo motivo, il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile della Regione ha emesso un bollettino, valevole fino alle ore 20.00 di mercoledì 14 novembre nel quale si dichiara lo Stato di Attenzione (allerta gialla) per Criticità geologica e idraulica sulla rete secondaria nel bacino idrografico Alto Piave.

Per la sola Criticità geologica, lo Stato di Attenzione è dichiarato sui Bacini Piave-Pedemontano e Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone. Lo Stato di Preallarme (allerta arancione) è invece dichiarato in relazione all’andamento della Piena del Po nel Bacino Po-Fissero-Tartaro-Canalbianco-Basso Adige fino al pomeriggio di domani, martedì 13 novembre, per poi scendere al livello inferiore (giallo). Sulle frane del Tessina in Comune di Chies d’Alpago, della Busa del Cristo in Comune di Perarolo di Cadore e del Rotolon in Comune di Recoaro, è localmente mantenuta l’Allerta rossa. La Protezione Civile regionale ha anche emesso un Bollettino Speciale con il quale si valutano situazione e previsioni per il solo Bacino Alto Piave che, da oggi alla mezzanotte di domani, indica precipitazioni assenti, venti da tesi in quota (1.500-2.000 metri) a deboli in valle, nuvolosità da medio-alta ad alta.

UN MILIARDO DAL GOVERNO «Ringrazio il ministro delle politiche agricole e forestali, Gian Marco Centinaio, e il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, per il miliardo di euro destinato dal governo ad un piano degli invasi e ad un progetto per la messa in sicurezza della montagna. Si tratta di un investimento di assoluto rilievo come non se ne vedevano da tempo. Con i precedenti governi dal 2011 in poi non si era mai visto nulla di concreto». A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia commentando quanto detto dal ministro Centinaio intervenendo a Verona all’apertura della 27.ma Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all'estero. «Nei termini indicati dal ministro – aggiunge Zaia – siamo di fronte ad un tema che si pone non solo in risposta all’emergenza maltempo che abbiamo vissuto in questi giorni, ma con caratteristiche strutturali di ampio respiro. Ricordo che dopo l’alluvione del 2010 il Veneto si è dotato di un piano per la mitigazione del rischio idrogeologico, coordinato dal prof. Luigi D’Alpaos, in cui sono state indicate opere per quasi 3 miliardi di euro. In questi anni la Regione ha aperto centinaia di cantieri investendo quasi un miliardo di euro in bacini di laminazione, consolidamento degli argini, briglie, ricalibrature dei corsi d’acqua. Tutti interventi che hanno consentito di reggere in questi giorni all’onda d’urto del maltempo. Il Veneto ha dimostrato di saper ottimamente investire e continueremo a lavorare per la difesa del nostro territorio regionale. Un sincero ringraziamento quindi ai ministri Centinaio e Stefani perché sono sicuro che l’impegno finanziario annunciato lo vedremo concretamente e potremo utilizzarlo per la sicurezza della nostra montagna, contribuendo a rilanciarla e a contrastarne lo spopolamento».  

ANIMALISTI: FERMATE LA CACCIA «L’ultima ondata di maltempo ha provocato la caduta di circa 14 milioni di alberi e compromesso l’equilibrio ecologico di vastissime aree montane, nelle quali è necessario chiudere anticipatamente la stagione della caccia». Lo chiede Daniele Bonfà coordinatore del Movimento Animalista Veneto al Presidente Zaia in quanto il Veneto è la regione più colpita tra quelle che hanno ottenuto dal governo la dichiarazione di stato d’emergenza per gli eccezionali eventi meteorologici dei giorni scorsi assieme a Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Toscana e le Province autonome di Trento e Bolzano. «Divieti temporanei e provvedimenti di sospensione non sono sufficienti a fronteggiare un disastro di simili proporzioni, che è tale non soltanto per le persone e per le attività umane, ma anche per la fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato soggetto a particolare tutela nell’interesse nazionale e della comunità internazionale.  Gli habitat degli animali selvatici sono distrutti e le risorse necessarie per prepararsi a sostenere l’inverno fortemente ridotte. In questo contesto, consentire l’attività venatoria è un vero e proprio delitto».

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