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Covid-19, Zaia: «Noi siamo stati i primi a preoccuparci delle varianti»

Nell'aggiornamento sull'emergenza Covid in Veneto, il governatore ha ospitato Antonia Ricci, direttrice dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, che ha sequenziato le mutazioni del virus presenti in regione

Coronavirus | Covid-19 | Luca Zaia | Regione Veneto | Varianti | Scuola
I quotidiani aggiornamenti sull'andamento dell'emergenza Covid in Veneto sono stati comunicati anche questa mattina, 18 febbraio, dal governatore Luca Zaia, accompagnato dall'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, dalla dottoressa Francesca Russo del servizio di igiene e prevenzione della Regione Veneto e dalla direttrice dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie Antonia Ricci.

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Leggendo il bollettino delle 8 di oggi, Zaia ha detto: «Nelle ultime 24 ore abbiamo intercettato 1.042 nuovi positivi al coronavirus, i quali sono il 3,13% del totale dei cittadini testati sempre nelle 24 ore. L'incidenza è bassa, ma crescente e quindi purtroppo l'emergenza non è ancora finita. Il virus c'è e la pandemia non è una montatura. In ospedale, i pazienti Covid stanno diminuendo ancora dall'1 gennaio, ma dobbiamo fare in modo che il loro numero decresca e che non sia la base di partenza per una nuova ondata di contagi, perché partire già con 1.400 ricoverati significa andare prima in difficoltà».

Sull'acquisto dei vaccini anti-Covid da parte della Regione, il presidente ha dichiarato di non avere novità, ma di essere ancora in attesa di risposte. Mentre l'argomento del giorno è stato quelle della varianti del virus, che proprio l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie sta studiando attraverso la sequenziazione dei campioni dei test eseguiti in Veneto e che hanno avuto esito positivo al coronavirus. «Abbiamo cominciato a cercarle in tempi non sospetti - ha dichiarato Zaia - Già da ottobre abbiamo chiesto di eseguire le sequenziazioni e ad alcuni sembrava che perdessimo tempo. Sotto Natale abbiamo scoperto di avere la variante inglese anche in Veneto ed anche in quel caso alcuni dissero che stavamo cercando alibi. Adesso, però, tutta Italia è concentrata sulle varianti».


 

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