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West Nile, piano straordinario di Comuni e Regione contro la proliferazione del virus

Nella Marca livello di rischio elevato per il Comune di Treviso (63 casi attuali). A seguire i territori di Castelfranco Veneto, Casier, Vittorio Veneto, Quinto. Meno preoccupante ma monitorata la situazione dei Comuni di Oderzo, Casale Sul Sile, Codognè, Ponte Di Piave, Motta Di Livenza, Roncade e Ormelle

Vista la situazione epidemiologica attuale, che sta interessando alcuni paesi europei e tutte le regioni della pianura padana, la Regione del Veneto, oltre a tutte le azioni ordinarie previste dal Piano Nazionale e Regionale già messe in campo dall’inizio della stagione vettoriale, ha predisposto l’avvio del Piano Straordinario per Il contrasto alla diffusione di West Nile Virus. Il Piano, condiviso con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità, prevede una serie di interventi da attuare nei primi 10 giorni di settembre, con l’obiettivo di ridurre le nuove infezioni nella popolazione più a rischio. Una mappa di valutazione del rischio permetterà di indirizzare gli interventi che saranno concentrati nei territori in cui si potrebbero verificare il maggior numero di casi nelle prossime settimane, sulla base dei dati di sorveglianza epidemiologica raccolti dalla Regione, dalle ULSS e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

“Rispetto al 2018, anno in cui si era verificata un elevato numero di casi, quest’anno la situazione interessa maggiormente alcuni territori per i quali si rendono necessari alcuni interventi straordinari mirati. Le azioni di questo piano, che si inseriscono e aggiornano la strategia regionale, sono state attuate nello scenario attuale poichè l’utilizzo mirato degli adulticidi rappresenta una misura che gli organismi nazionali ed internazionali raccomandano solo quando vi è evidenza epidemiologica che gli interventi ordinari non evidenziano un risultato ottimale nel controllare la diffusione del virus. Difatti, la Regione del Veneto aveva già previsto la possibilità di ricorrere ad interventi straordinari individuando, già a partire dal 2019, la disponibilità di un Servizio di disinfestazione per emergenze sanitarie)”.

Cosa prevede il piano straordinario

-l’ulteriore potenziamento della diagnostica di laboratorio al fine di permettere l’individuazione e conferma tempestiva dei casi

-l'identificazione dei comuni in cui si potrebbe verificare nelle prossime settimane il maggior numero di casi attraverso l’adozione di un nuovo strumento di valutazione integrata del rischio. Questo strumento prevede la suddivisione in aree di rischio (bianca, gialla, arancione, rossa) sulla base dei dati di sorveglianza epidemiologica e la pianificazione degli interventi mirati in funzione del rischio assegnato (fig.1)

-interventi straordinari larvicidi nei comuni a medio ed alto rischio (aree arancioni e rosse)

-interventi straordinari adulticidi nei siti sensibili (es. parchi pubblici, strutture socio-sanitarie, ospedali, etc.) dei comuni ad alto rischio (aree rosse) o nei comuni a medio rischio (aree arancioni) in stretta continuità urbana con i comuni i ad alto rischio (aree rosse)

-ulteriori interventi comunicativi finalizzati ad accrescere la percezione del rischio nella popolazione, favorendo l’adozione di misure di protezione individuale  e di idonee misure di contrasto al vettore nel contesto delle aree pubbliche e private

-intensificazione del controllo dell’efficacia dei trattamenti effettuati

-analisi epidemiologica con valutazione e monitoraggio del Piano adottato

-Individuazione di zone “tampone” o “Buffer” cioè aree territoriali che sono classificate a medio rischio ma che si presentano in continuità urbana o di frequentazione con quelle ad alto rischio, anche in queste si applicano le misure previste per le aree ad alto rischio al fine di allargare la protezione da vettori infetti il più possibile.

La situazione attuale

Da diversi anni il virus di West Nile circola ogni estate nel territorio della Regione Veneto e di altre regioni del nord Italia. West Nile è un virus che viene trasmesso dalla zanzara comune (non dalla zanzare tigre) che punge principalmente dal tramonto all’alba. Questo virus non si trasmette da persona a persona. La malattia può manifestarsi con febbre, mal di testa, dolori articolari e in alcuni casi (meno di 1 ogni 100), può coinvolgere il sistema nervoso centrale con conseguenze anche gravi.

Nelle ultime settimane si sono verificati diversi casi di infezione da West Nile e il virus è stato trovato nelle zanzare di molti Comuni del Veneto (per i dettagli si rimanda alla consultazione del Bollettino Sorveglianza delle Arbovirosi - Anno 2022 n. 7 del 26/08/2022). La concentrazione di casi umani anche gravi e l’elevata presenza di virus nelle zanzare indica che quest’anno il virus sta circolando molto sul territorio regionale.

La situazione ambientale e climatica dell’estate 2022 sta, infatti, determinando un contesto molto favorevole alla circolazione virale per le seguenti ragioni:

-la mancanza di piogge ha causato il rallentamento dello scorrere dell’acqua di fiumi e canali e la formazione di ristagni che sono l’ambiente ideale per le zanzare;

-le zanzare, trovando meno acqua nelle zone poco abitate, si avvicinano alle abitazioni dove trovano con più facilità ristagni dove riprodursi;

-il clima e le temperature primaverili hanno consentito alle zanzare di iniziare molto presto in primavera a riprodursi.

-È quindi molto importante che tutti adottino le misure opportune per prevenire le punture di zanzara e per evitare la diffusione e la crescita delle zanzare.

Come proteggersi

Le persone più anziane o con patologie concomitanti sono quelle a maggior rischio di forme gravi di West Nile. Per questo è importante che tutte queste persone adottino i comportamenti utili a prevenire le punture di zanzare e che i trattamenti contro le larve di zanzara (es. pastiglie larvicide nei tombini) siano attuati anche in tutte le abitazioni private ed in particolare in quelle dove vivono persone fragili.

Evitare la proliferazione delle zanzare:

-non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni nei quali possa raccogliersi l’acqua piovana (barattoli, bidoni, bacinelle, annaffiatoi, copertoni, etc.)

-svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza di acqua e, ove possibile, capovolgerli;

-coprire ermeticamente (anche attraverso reti a maglie strette) i contenitori d’acqua inamovibili (bidoni, cisterne);

-effettuare una corretta disinfestazione delle larve in tombini, caditoie, fossi, con idonei prodotti larvicidi e con ripetizioni dei trattamenti secondo quanto previsto dalla scheda del prodotto utilizzato.

Evitare le punture di zanzare per evitare di contrarre il virus:

-all’aperto indossare indumenti di colore chiaro, leggeri, il più possibile coprenti (maniche lunghe e pantaloni lunghi);

-a partire dai 2 anni utilizzare repellenti a base di DEET o Icaridina, da applicare direttamente sulla pelle, ripetendo il trattamento con frequenza adeguata, seguendo le indicazioni riportate sulla confezione. I prodotti repellenti non devono essere applicati sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi, sulla cute abrasa, mentre possono essere invece utilizzati sui vestiti per aumentarne l’effetto protettivo.

-per i bambini sotto i due anni utilizzare repellenti a base di Paramatandiolo (PMD, Citrodiol)

-applicazione a porte e finestre di zanzariere a maglie strette, oltre all’utilizzo di dispositivi elettro emanatori di insetticidi liquidi o a piastrine.

Perché non si è fatto prima un Piano straordinario?

Perché alla situazione epidemiologica che stiamo osservando hanno contribuito fattori non prevedibili, quali la permanenza dello stato di siccità che ha avvicinato il vettore all’uomo, la presenza di uccelli, che costituiscono il serbatoio del virus, più infetti rispetto agli altri anni e la contemporanea circolazione di due sottotipi di virus. Sin da subito sono state applicate oltre alla programmata disinfestazione larvicida la disinfestazione adulticida mirata attorno ai cluster (2 casi entro 2 Km).

La letteratura internazionale come l’ECDC raccomanda che nelle situazioni di elevato rischio in cui i trattamenti larvicidi integrati a tutti gli interventi ordinari abbiano fallito nel controllo larvale o comunque abbiamo manifestato un’efficacia parziale nella riduzione del vettore, di integrare l’approccio con altri metodi di contrasto, in primis l’intervento adulticida, a cui si devono aggiungere in un approccio integrato il rafforzamento degli adulticidi, il rafforzamento della sorveglianza, le misure comportamentali e da ultimo la responsabilizzazione nei comportamenti di cui sopra dei privati cittadini.

In questa fase di emergenza, nelle zone ad alto e medio rischio, sarà messa a disposizione da parte dei Comuni e delle Aziende Uls la possibilità di utilizzare i larvicidi anche in tutte le aree private.

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