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Il Vescovo Michele Tomasi ordina un sacerdote e un diacono

Si tratta di don Carlo Breda, 26enne in servizio pastorale a Castello di Godego e di Amos Patarini, 26enne in servizio nella parrocchia della Pieve di Castelfranco Veneto

Sabato pomeriggio, nella cattedrale di Treviso, il vescovo Michele Tomasi ha presieduto la celebrazione eucaristica con il rito di ordinazione di un nuovo sacerdote e di un nuovo diacono. Si tratta di don Carlo Breda, neosacerdote, 26 anni, originario di Catena di Villorba, in servizio pastorale a Castello di Godego e insegnante di Religione in due scuole superiori di Castelfranco; e di Amos Patarini, 26 anni, ordinato diacono, originario della parrocchia di San Giuseppe lavoratore di San Donà di Piave, in servizio pastorale nella parrocchia della Pieve di Castelfranco Veneto. Domani, nella sua parrocchia di Catena don Carlo celebrerà la sua prima messa. Molti i sacerdoti presenti, i famigliari, gli amici dei due giovani, e molti fedeli, che hanno voluto partecipare a questa gioia.

Il Vescovo nella sua omelia ha invitato i due giovani a “essere pecore” a servizio delle pecore che sono il popolo di Dio, che godono della cura di Gesù buon Pastore, ne riconoscono la voce e sono da Lui conosciute. “Se con Cristo e per Cristo sarete «pecora» non sarete mai lupo per nessuno: mai predatori di vita, sempre pronti invece a condividere con tutti l’amore di Dio.

E così, da pastori non sarete mai mercenari, o funzionari del sacro, o burocrati della salvezza – ha ricordato il Vescovo -. Papa Francesco ha chiesto ai presbiteri nella sua prima Messa del Crisma a Roma, nel 2013, di essere“pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al loro gregge”. È molto più semplice portare questo «odore» sapendo che è già il nostro, se coltiviamo dunque la gioia e la fierezza, il coraggio e la mitezza di essere pecore, battezzati con i battezzati, figli nel Figlio. Siamo già là, parte integrante del gregge, pecore che servono altre pecore, che si lasciano accogliere e che accolgono chiunque, una volta ricondotte al gregge dal Pastore buono. Non ci sia nulla che vi differenzi, vi separi o peggio vi illuda di essere superiori al resto del Popolo santo di Dio, se non il dono che vi viene fatto di essere per sempre al suo servizio. E in questo, la vostra gioia sarà piena”.   

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