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Gelate notturne: falò accesi per tenere al caldo i vigneti

Temperature a picco fino a -5 gradi: nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 aprile i fuochi accesi dagli agricoltori hanno riscaldato i filari nella frazione di Villanova a Motta di Livenza

Falò accesi per proteggere i vigneti dalle gelate notturne: in Francia e Trentino Alto-Adige si tratta di una tecnica antica, consolidata nel tempo. In provincia di Treviso, invece, non è così frequente vederli ma le gelate notturne di questa settimana hanno portato i viticoltori della frazione di Villanova ad accenderli per proteggere i loro filari dalle gelate fuori stagione.

Motta di Livenza: falò nei vigneti

Nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 aprile, dalle 2 di notte alle 7 del mattino, l'azienda vitivinicola "Capo di Vigna" ha dato fuoco ai resti avanzati dall'ultima potatura delle viti. Covoni naturali usati per tenere al caldo i filari. La tecnica sembra aver dato i risultati sperati e i danni della gelata notturna, con temperature arrivate fino a cinque gradi sotto lo zero, sono stati limitati. La tecnica consiste nel creare una cappa di fumo e calore intorno alla pianta in modo che i germogli non muoiano. In molti altri vitigni della Marca però non è andata altrettanto bene: la Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto sta valutando la possibilità di richiedere lo stato di calamità per i danni provocati dal gelo fuori stagione.

(Foto di Oscar Maronese)

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