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Covid, Zaia: «Treviso sta entrando nella terza fascia di emergenza»

Aumento di ricoveri in area non critica negli ospedali della Marca. La previsione del Governatore: «Entro la fine della settimana potrebbero già essere attivati i Covid-hospital»

«I dati continuano a crescere: ogni nuovo paziente in terapia intensiva proietta una media di circa 9 pazienti in area non critica. Ad oggi sono 88 i ricoverati in terapia intensiva nel Veneto. Nei reparti di pneumologia, terapia subintensiva e semintensiva, stiamo avendo un aumento importante dei ricoverati. La terza fascia di emergenza potrebbe scattare anche con 900 pazienti in area non critica, non solo con i 150 ricoveri in Terapia intensiva. La provincia di Treviso si sta avvicinando alla terza fascia di emergenza per il numero di ricoveri in area non critica. Solo Belluno, al momento, ha numeri più preoccupanti a livello ospedaliero in tutto il Veneto. Secondo le nostre previsioni, quindi, tra quattro-cinque giorni nella Marca potrebbero essere già riaperti i Covid-hospital».

Luca Zaia ha iniziato con queste parole il punto stampa di martedì 27 ottobre. L'ospedale San Camillo di Treviso e il Covid-hospital di Vittorio Veneto saranno i primi a riaprire nei prossimi giorni. Se i ricoveri negli ospedali della provincia di Treviso continueranno a essere una cinquantina al giorno, entro la fine di questa settimana potrebbe quindi già scattare la terza fascia di emergenza per la provincia di Treviso e, non è da escludere, anche per tutto il Veneto. Sono 61 i ricoverati in ospedale a Vittorio Veneto, 42 al Ca' Foncello di Treviso, 1 a Conegliano. Tutti in area non critica. I medici infettati negli ospedali sono 88. «Non ci sono novità dal Governo per quanto riguarda il Dpcm - continua Zaia - Sabato scorso i governatori delle regioni hanno inviato una lettera al Governo chiedendo di posticipare la chiusura di bar, ristoranti e locali alle 23 ma non è stata approvata. Nel frattempo i centri commerciali restano aperti tutti i giorni così come i musei senza tener conto degli assembramenti che potrebbero venire a crearsi in questi luoghi. Penso che le proteste viste in questi giorni siano assolutamente legittime. Ho visto una protesta di gente che chiede di poter lavorare. Non era un'assemblea negazionista. Sono persone che avevano investito per riaprire e che oggi si trovano gravemente penalizzate. I redditi di queste persone sono a rischio. Verificheremo insieme nei prossimi giorni se i ristori previsti dal Governo arriveranno davvero ma in molti mi hanno scritto dicendo di non voler soldi ma di voler tornare a lavorare. Ieri sera alle 21.30 la Pontebbana era piena di auto: io spero che il Governo riveda alcune norme del Dpcm perché di certo non avranno incidenza sulla curva dei contagi. Io sarei partito con norme pesanti contro ogni forma di assembramento, tenendo aperte le attività per accogliere i cittadini in maniera responsabile. Ad oggi la Regione non può far un provvedimento per riaprire le varie attività penalizzate». Da domani, mercoledì 28 ottobre, saranno 200mila gli studenti delle superiori che resteranno a casa senza dover prendere i mezzi pubblici per raggiungere gli istituti.

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