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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Covid-19, Zaia: «Nostro Rt a 0,65: siamo un'isola felice, ma non è finita»

Il governatore del Veneto ha fatto il punto della situazione sull'emergenza coronavirus, che in questo momento sembra essere più grave nel resto d'Europa

Il punto della situazione sull'emergenza Covid-19 in Veneto è stato fatto questa mattina, 4 febbraio, dal presidente regionale Luca Zaia. Insieme a lui, nella sede di Marghera della protezione civile, l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin ed il professor Vincenzo Baldo, ordinario di igiene e medicina preventiva dell'università di Padova. Il presidente della Regione ha letto i dati del bollettino delle 8 ed ha aggiunto: «Il nostro indice di trasmissione del virus (Rt) è stimato intorno a 0,65 e abbiamo un'incidenza di contagi su 100mila abitanti di circa 113. Però in Europa i contagi crescono e ci sono Paesi in lockdown. In un contesto del genere, l'Italia è un'isola felice ma ciò non vuol dire che è finita. Ed anche questo nostro calo repentino dall'inizio di gennaio non è ancora del tutto spiegabile. Quindi non bisogna abbassare la guardia».

Zaia ha poi commentato positivamente la notizia il via libera dato da Aifa (l'agenzia italiana dei farmaci) all'utilizzo degli anticorpi monoclonali per la cura di alcuni pazienti Covid. «I monoclonali non sono una stregoneria, anzi fanno miracoli se somministrati nelle prime 72 ore dalla manifestazione dei sintomi - ha dichiarato Zaia - Non ci sono evidenze di controindicazioni e quindi la sanità del Veneto li utilizzerà assolutamente. Saranno i medici a decidere in quali circostanze, ma non è poco avere questa nuova modalità di cura».

Ieri, 3 febbraio, c'è stato un confronto tra Stato e Regioni sui vaccini anti-Covid. «Abbiamo deciso che i vaccini Pfizer e Moderna saranno distribuiti in base alla popolazione ultraottantenne - ha spiegato Zaia - La percentuale dei nostri over 80 sarà dunque anche la percentuale dei vaccini che riceveremo. Mentre il principio di distribuzione del vaccino di AstraZeneca si baserà sulla percentuale della popolazione. Inoltre, il vaccino di AstraZeneca sarà somministrato ad una popolazione che arriva fino a 65 anni. E se la comunità scientifica dimostrasse una volta per tutte che non è tassativo somministrare il richiamo dopo 20 giorni, noi potremmo pensare di eseguire i richiami con la bella stagione per poter ampliare adesso la platea dei vaccinati».

Infine, il professor Baldo ha illustrato i dati di uno studio da lui realizzato e fortemente voluto dalla Regione. Una ricerca sulla reale presenza del coronavirus nella popolazione veneta, a cui ha collaborato anche l'università di Verona.

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