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Veneto zona arancione per un'altra settimana: «Penalizzati dall'ospedalizzazione»

Venerdì 15 gennaio il professor Palù ospite del punto stampa sull'emergenza Covid. «I vaccini Astrazeneca hanno un'efficacia minore di Pfizer e Moderna ma ci servono»

«Saremo in zona arancione per un'altra settimana a causa del nostro tasso di ospedalizzazione, non per l'indice Rt che è ancora inferiore a 1». A dirlo, venerdì 15 gennaio, è il Governatore del Veneto Luca Zaia durante il punto stampa sull'emergenza Covid.

«Molte regioni vicine a noi hanno ancora dati in crescita su ricoveri e contagi. La Germania è in lockdown da un mese e non vede miglioramenti così come la Gran Bretagna. In Veneto i dati sono in calo, ma non voglio che i cittadini abbassino la guardia. Stiamo attraversando il deserto, i dati in calo in questi giorni sono la nostra oasi, ma la strada da fare è ancora lunga. Le vaccinazioni ci aiuteranno. Speriamo di chiudere la partita entro maggio quando, con l'arrivo della bella stagione, il virus perderà di intensità. Sono 3158 i ricoveri negli ospedali del Veneto, di cui 349 in terapia intensiva (-2 rispetto a ieri). Oggi ci sono un centinaio di posti liberi nelle Rianimazioni del Veneto. I dati della provincia di Treviso stanno calando. Più di 3mila persone stanno venendo curate a domicilio» ha concluso il Governatore.

Il professor Giorgio Palù ha poi continuato: «Il virus, l'anno scorso, circolava già da sei mesi prima di febbraio e i cinesi non ce l'hanno detto. Nonostante adesso si senta parlare di tutte le varianti inglesi e sudafricane, il virus resta cinese. E' nato lì». Inevitabile la domanda sull'alto numero di decessi in Veneto: «Ci sono varie ragioni - ha detto Palù - I deceduti Covid in Veneto hanno un'età media di 80 anni». «Il lockdown nazionale di marzo ha impedito la diffusione del virus al Sud. La riapertura estiva generalizzata ha poi peggiorato di nuovo le cose in tutta Italia. Se tutte le regioni facessero gli stessi tamponi rapidi del Veneto, l'Italia intera sarebbe in zona arancione». Infine un commento su Astrazeneca: «I vaccini verranno valutati entro il 29 gennaio. In una significativa coorte di vaccinati, per errore, si era scoperto che la prima dose dimezzata insieme alla seconda dopo quattro settimane aumentavano dal 60 al 95% l'efficacia del vaccino ed è stata chiesto ad Astrazeneca un approfondimento su questo tema. L'agenzia del farmaco inglese li ha già approvati. Noi oggi abbiamo solo Pfizer e Moderna. Il piano Arcuri prevede 41 milioni di dosi Astrazeneca per l'Italia. Spero dunque che l'Ema dia l'approvazione per avere le dosi a disposizione anche da noi. Costano due euro a dose e non hanno la catena del freddo. Al momento però non sono affidabili come quelli di Pfizer e Moderna».

Il video della diretta

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