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Veneto in zona gialla: l'ordinanza del Ministro Speranza

Il Ministero della Salute "libera" quasi tutta l'Italia. Provvedimento in vigore da lunedì 1 febbraio. Il commento del Governatore Luca Zaia: «Ora serve responsabilità»

Veneto in zona gialla da lunedì 1º febbraio. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha cambiato idea sull'entrata in vigore del provvedimento che non sarà più da domenica 31 gennaio ma da lunedì. In area arancione restano solo le regioni Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Tutte le altre in area gialla.

Nessuna regione in zona rossa: scendono in arancione Sicilia e Provincia di Bolzano. Mentre molte regioni passano da arancione a giallo, comprese Lombardia e Lazio, di cui si e' discusso in questi giorni. Con loro "guadagnano" un colore migliore anche Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Fvg, Liguria, Marche e Piemonte. Secondo la nuova ripartizione ufficializzata con l'ordinanza in zona gialla ci saranno: Veneto, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Marche. In zona arancione: Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e provincia autonoma di Bolzano. Alla fine il report #37 dell'Istituto Superiore di Sanità ha certificato il passaggio o la permanenza di tutti gli enti locali in aree di relativa sicurezza (nessuna regione si trovava a rischio alto) e allora Speranza ha deciso di anticipare i contenuti dell'ordinanza. In Italia si registra «un decremento del tasso di incidenza dei casi, anche se è una decrescita lenta, tranne che a Bolzano. Vediamo un leggero aumento dei casi asintomatici o paucisintomatici e questo tiene conto del fatto che l'uso più ampio dei test antigenici consente di individuare asintomatici. L'Rt è in calo, e questo è sicuramente positivo - ha spiegato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, al punto stampa sull'analisi dei dati della Cabina di Regia. Anche per la mortalitaà c'è una decrescita, abbastanza lenta».

Il commento di Zaia

«Ho avuto questo pomeriggio una conversazione col ministro Speranza che mi ha confermato che il Veneto diventerà zona gialla. Ma, come ho sempre detto, le zone non sono un gioco a premi dove si vince o si perde. Dobbiamo prendere atto che siamo ancora nel pieno della pandemia, ed è fuori luogo pensare che sia finita. Non e' catastrofismo, ma la presa d'atto di quello che accade, non solo in Italia, ma in tutta Europa». Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, avverte i cittadini di non abbassare la guardia.

«Il ritorno in area gialla va vissuto da ognuno di noi con responsabilità, evitando gli assembramenti, indossando in modo maniacale la mascherina e igienizzando con grande frequenza le mani, perche' in un battibaleno lo scenario potrebbe cambiare in arancio o in rosso, e quindi portare a nuove chiusure. E "non guardiamo solo a noi, ma anche all'Europa, dove la Germania è in lockdown duro ma fatica a uscirne, la Francia ha annunciato nuove dure restrizioni, come l'Inghilterra che ha superato i 100.000 morti, la Spagna sta ricominciando a crescere. Questo per capire che il rischio di considerarsi un'isola felice va assolutamente evitato". Ad ogni modo, "nell'auspicio che cio' non accada la Sanita' del Veneto ci mette e ci mettera' tutto l'impegno umanamente e strutturalmente possibile. Con la prevenzione, i controlli, il contact tracing e il monitoraggio di tutto quanto accade nella comunita' per essere tempestivi nel monitorare e nell'intervenire, con il lavoro strenuo di tutti i sanitari in tutti gli ospedali. Nei prossimi giorni la vita potrà sembrare riavvicinarsi alla normalità come movimentazione complessiva, ma la vera sfida si dovrà combattere ancora, perché se le cose peggiorano, gli ospedali rischiano il collasso, e se vanno in collasso gli ospedali non potranno piu' essere garantite le migliori cure ai malati covid ma anche a tutti i portatori di altre patologie. Evitarlo è la sfida che tutti noi dobbiamo contribuire a vincere. Perderla si tradurrebbe in malattia per le singole persone e nel collasso per gli ospedali» conclude Zaia.

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