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Martedì, 23 Aprile 2024
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Col Vetoraz: è tempo di potatura nei vigneti

E' un rito antico della stagione invernale, una cura per avere una rigogliosa esplosione in estate delle colline Unesco

L’equilibrio tra uomo e natura nel nome di una simbiosi forte e unica col Valdobbiadene. Il solo semplice gesto di entrare in vigneto, muovere i passi tra i filari, avvicinarsi alla pianta per la potatura e legatura, accompagnarla verso un nuovo ciclo sono azioni sempre guidate dal rispetto e dell’ascolto, assecondando i ritmi della terra senza mai forzarli. 

La potatura è un rituale invernale delle nostre colline, potare significa render puro, liberare la vite dai vestiti usati nella passata stagione, così da iniziare una nuova produzione. E per il viticoltore inizia una annata di duro lavoro, sudore e preghiere per scongiurare grandine e sventurate malattie.

La vite è una liana, il Glera ricama gli splendidi declivi tra Conegliano e Valdobbiadene, annovera tra le sue peculiarità una vigoria elevata, produce infatti molte foglie, molto legno e frutti rigogliosi.

Quando la vite riposa e la cantina è silente, il vigneto è dinamico. "Inverno per la vite significa soprattutto riposo  la pianta ha bisogno di accumulare le energie necessarie per affrontare il successivo risveglio primaverile.  Gennaio e febbraio sono i mesi ideali per dedicarsi a tutti i lavori di sistemazione del vigneto:

  • potatura;
  • sostituzione dei pali di sostegno che per qualche motivo si sono rotti;
  • espianto delle viti che hanno raggiunto la fine della loro vita;
  • preparazione delle buche per la messa a dimora delle nuove barbatelle.

Il riposo è di fondamentale importanza per la salute del vigneto, e gli consente di conseguenza la massima espressione qualitativa. La potatura, che va eseguita da mani sapienti, è necessaria per mantenere la vite in perfetto equilibrio. Anche la preparazione invernale delle buche per la messa a dimora delle nuove viti è un lavoro delicato e molto importante, perché la terra così aperta, sottoposta al freddo e al sole, si prepara in maniera ideale ad accogliere la nuova pianta." Spiega il socio ed enologo Loris Dall’Acqua.

Col Vetoraz coltiva e raccoglie solo uve della fascia pedemontana del sistema collinare del Conegliano- Valdobbiadene, terreni calcareo-silicei ricchi di scheletro, ideali per ottenere eleganza e sapidità. Le viti crescono in un microclima ideale dato dalla vicinanza della montagna, che protegge l'intera fascia pedemontana dai freddi venti settentrionali e nel periodo estivo favorisce una forte escursione termica diurna notturna, condizione fondamentale per il rispetto dell'espressione aromatica e per la preservazione dell'equilibrio acido.

Col Vetoraz Spumanti

Situata nel cuore della Docg Valdobbiadene, la cantina Col Vetoraz si trova a quasi 400 mt di altitudine, nel punto più alto dell’omonimo colle parte delle celebri colline del Cartizze da cui ha origine questo vino pregiato. E’ proprio qui che la famiglia Miotto si è insediata nel 1838, sviluppando fin dall’inizio la coltivazione della vite. Nel 1993 Francesco Miotto, discendente di questa famiglia, assieme all’agronomo Paolo De Bortoli e all’enologo Loris Dall’Acqua hanno dato vita all’attuale Col Vetoraz, una piccola azienda vitivinicola che ha saputo innovarsi, crescere e raggiungere in 25 anni il vertice della produzione di Valdobbiadene Docg sia in termini quantitativi che qualitativi, con oltre 2.000.000 kg di uva Docg vinificata l’anno da cui viene selezionata la produzione di 1.200.000 di bottiglie. Grande rispetto per la tradizione, amore profondo per il territorio, estrema cura dei vigneti e una scrupolosa metodologia della filiera produttiva e della produzione delle grandi cuvée, hanno consentito negli anni di ottenere vini di eccellenza e risultati lusinghieri ai più prestigiosi concorsi enologici nazionali ed internazionali. 

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