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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Fitness

Come proteggere le ginocchia d'estate: i suggerimenti dell'ortopedico

Le attività sportive a basso impatto

L'estate invita a stare all'aperto e a praticare sport per essere in forma. Bisogna, però, tenere presente i rischi che la bella stagione amplifica soprattutto in coloro che soffrono di dolori articolari. Quali sono le mosse da seguire? L'abbiamo chiesto all'esperto. 

“Tra i fattori di rischio c’è quello anagrafico che può colpire già gli over 40 per via dell’insorgenza di alterazioni degenerative dei menischi e della cartilagine. Contribuiscono anche l’obesità, i traumi, gli interventi chirurgici pregressi e gli effetti di un lavoro manuale pesante.  Purtroppo uno sport di impatto e i traumi sportivi ",  spiega Gianmarco Regazzola, Chirurgo Ortopedico, Specialista in Chirurgia protesica e robotica dell’anca e ginocchio presso l’Ospedale “Sant’Anna” di Brescia e l’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda (VR). "possono incidere molto sulle lesioni al ginocchio e all’anca, come anche lo sport amatoriale, soprattutto se improvvisato senza preparazione atletica come la classica partitella a calcetto o guidato da impulsi estivi in spiaggia sul campo da beach volley. Servono accorgimenti nella scelta dell’attività sportiva, meglio ancora se supportata da un’azione protettiva e preventiva già in primavera”.

Le attività sportive a basso impatto 

Con l’età spesso arrivano dolori articolari dovuti a disturbi come l’artrosi o la borsite, che causano infiammazione dell’articolazione rendendo doloroso l’esercizio fisico. Chi soffre di dolori articolari è quindi spesso costretto a ridurre i livelli di attività per evitare di aggravare una particolare articolazione. 

“Durante i mesi invernali sono i pazienti stessi a voler modificare il tipo di attività fisica per non peggiorare i dolori alle anche o alle ginocchia. Poi, non appena arriva il caldo - che sappiamo essere l’amico per eccellenza dei dolori osteoarticolari - prevale l’istinto di abbandonarsi alle attività fisiche preferite anche se pericolose per anche e ginocchia

Suggerisco attività a basso impatto - continua Regazzola - che non aggiungono stress alle ginocchia e alle anche, come ad esempio il nuoto, la bici e le passeggiate che non provocano danni essendo movimenti controllati e circolari. Importante iniziare con sforzi minimi, aumentando progressivamente la durata e il livello di intensità. 

Nel caso specifico della bici è importante mantenere la corretta altezza della sella per non lavorare con le ginocchia troppo flesse, mentre in quella del nuoto, l’acqua aiuta a ridurre la pressione sulle articolazioni, agevolando una maggiore mobilità senza sacrificare il comfort.”

Sport, cosa fare prima di andare in vacanza

Avere muscoli in forma ci aiuta a gravare meno sulle articolazioni. Ma quando non basta, è possibile intervenire preventivamente per preparare il muscolo e le articolazioni.

“Mantenersi in forma e controllare il peso è la prima regola. La combinazione con una terapia a base di condroprotettori in modo ciclico durante l’anno, può contribuire a contrastare i processi artrosici degenerativi della cartilagine articolare e del liquido sinoviale che la lubrifica. 

Oltre a questa profilassi estiva suggerisco, in particolare per gli sportivi e per i pazienti affetti da artrosi, anche azioni preventive mediante infiltrazioni di acido ialuronico. È una sostanza già presente nelle articolazioni che viene sintetizzata dalle cellule presenti nel liquido sinoviale ma che con il passare degli anni tende a diminuire causando dolore e difficoltà motorie. Suggerisco di fare queste infiltrazioni già 1-2 mesi prima dall’ inizio della stagione estiva, meglio sotto guida ecografica nel caso dell’anca. 

C’è poi un terzo livello - precisa Regazzola - pensato per quanti possono ancora aspettare per l’intervento chirurgico. In questo caso si ricorre a un procedimento poco invasivo di medicina rigenerativa, in cui vengono prelevate e lavorate le cellule dal sangue per poi essere iniettate all’interno dell’articolazione. Tra i trattamenti maggiormente utilizzati, ci sono quelli con plasma ricco di piastrine o PRP, cioè le cellule staminali dal midollo osseo o le cellule mesenchimali adipose”.

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