Indossiamo la plastica ogni giorno: scopri i tessuti che non la contengono
1 capo su 2 è composto da derivati del petrolio, e questo non fa bene sia alla nostra salute che all'ambiente
La plastica non è rappresentata solamente da posate, borse della spesa, guanti o cannucce, bottiglie, la troviamo nel mare, nei pesci, ha invaso il mondo con le sue nano particelle, ed è presente anche all'interno degli armadi e la indossiamo ogni giorno.
I tessuti che non contengono plastica
- Juta: materiale povero, ma sempre più in voga
- Pelle: realizzata a partire da prodotti di scarto, si inserisce all’interno di un’economia di riciclo (attenzione però a scegliere pelle metal free)
- Lyocell, fibra tessile estratta dalla cellulosa della pianta di eucalipto
- materiali tinti con coloranti naturali
- cupro: come riporta El País, è uno dei materiali di tendenza per la prossima stagione (viene realizzato con materie prime riciclate come il cotone)
- lino, biodegradabile e composto per il 70% da cellulosa
- canna da zucchero
- tutti i tessuti naturali al 100%
I tessuti da evitare
Uno studio pubblicato dalla BBC ha evidenziato che 1 capo su 2 è composto da platica.
- acrilico,
- poliestere,
- poliammide,
- polipropilene,
- coloranti artificiali.
Sono tessuti sintetici che oltre ai danni al pianeta, possono causare disturbi anche a chi li indossa, si possono manifestare dermatiti, reazioni allergiche della pelle, prurito, escoriazione, gonfiore. Nel suo studio Mark Browne ha dimostrato come un solo vestito sintetico possa rilasciare fino a 1.900 microplastiche quando viene lavato in lavatrice. Così le microplastiche entrano nella catena alimentare degli animali e di conseguenza di noi esseri umani che ci nutriamo di loro, con un impatto chiaramente negativo sul pianeta e sulla salute umana.
I danni all'ambiente
Tutte le fibre economiche, seppur versatili e durevoli, richiedono tanta energia per essere prodotte e creano quindi danni all'ambiente perchè rilasciano milioni di microplastiche nell'acqua.
Si pensava che il rimedio fosse quello di comprare abiti 'fast fashion', ossia di ricambio rapido, ma non è così. Stessa cosa per l'abbigliamento prodotto con plastica riciclata: perchè se viene usata per capi di abbigliamento successivamente non puo più essere riciclata e termina il suo ciclo di vita.
Ma allora come è possibile creare un guardaroba sostenibile? Secondo Annalisa De Piano, co-fondatrice di Be Green Tannery, è possibile scegliere materiali che durano nel tempo e che se terminano il loro ciclo di vita perlomeno possano avere poco impatto sull'ambiente.
Un esempio è rappresentato dalla pelle: recuperando la pelle di scarto dell'industria alimentare si evita che si trasformi in rifiuto inquinante. Quindi gli si dà una seconda vita e soprattutto poichè non contiene metalli pesanti, le ceneri che vengono prodotte generano un compost inerme che può essere utilizzato successivamente in diversi modi.
Altro esempio è quello della Svezia, dove partendo dalle foglie di loto è stato creato un tessuto naturale ed idrorepellente che permette di forgiare impermeabili senza utilizzare prodotti chimici.
In India si sta investendo sulla uta, un materiale che a differenza del cotone richiede una minore quantità di acqua e dove un suo ettaro assorbe circa 15 tonnellate di anidride carbonica e rilascia 11 tonnellate di ossigeno in una sola stagione.