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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Giovane scienziato trevigiano selezionato dalla NASA per studiare terremoti

Luca Dal Zilio, 29 anni, dopo una laurea in geologia e un dottorato in geofisica computazionale a Zurigo, si appresta ad andare al California Institute of Technology (Caltech) e al Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Los Angeles. “Sono contento, questo è uno dei posti migliori al mondo per studiare i terremoti”

TREVISO Nato a Treviso nel 1989, Luca Dal Zilio ha passato la sua infanzia a Quinto di Treviso. Appassionato di sport e ottimo pilota di motocross per circa una decina d’anni, Luca ha poi sentito la vocazione per le scienze della terra: “Durante i miei lavori di tesi specialistica all’università di Padova mi sono concentrato sulla risoluzione di problemi relativi alla tettonica a placche e alla rottura dei supercontinenti”, ricorda. La tesi, realizzata sotto la guida di due ricercatori emergenti, Manuele Faccenda e Fabio Capitanio, ha poi permesso a Luca di lavorare come dottorando presso il politecnico federale (ETH) di Zurigo.

A ottobre 2014 Luca ottiene infatti una borsa di dottorato in fluido dinamica all’Institute for Geophysics presso l’ETH di Zurigo, in Svizzera, per studiare la fisica dei terremoti e la sismicità delle catene montuose. Pochi giorni fa la chiamata da Los Angeles e l’offerta del California Institute of Technology come post-doctoral fellow. Ma il curriculum di Luca non finisce qui. Il breve percorso scientifico è stato finora a dir poco intenso e ricco di successi. A soli 29 anni, ha già messo il timbro su una serie di lavori pubblicati in riviste internazionali del settore, è stato invitato come speaker per parlare di terremoti e prevenzione nell'ultima edizione del TedX di Castelfranco Veneto e di recente ha tenuto seminari all'École Normale Supérieure di Parigi e all’Earth Observatory di Singapore. Nei mesi scorsi Luca è stato premiato della prestigiosa rivista internazionale Nature Geoscience con il “best geostory award” ed è stato invitato come “keynote speaker” per la conferenza dell’American Geophysical Union che si terrà a Washington D.C. il prossimo dicembre.

Con questa posizione al Caltech sarò pagato per fare ricerca indipendente nell’ambito della geofisica computazionale e, più precisamente, nella fisica dei terremoti”, spiega Luca. Per due, forse tre anni, il ricercatore sarà finanziato tramite un grant interno del Caltech. “Se possibile, proverò a ottenere dei finanziamenti svizzeri anche tramite la Swiss National Science Foundation”. Situato nella soleggiata Pasadena, il California Institute of Technology (Caltech) è, secondo la QS World University Rankings, la quarta migliore università al mondo. Il Caltech è un istituto di scienze conosciuto a livello mondiale, che si avvale di alcune delle menti più brillanti al mondo e degli strumenti più innovativi per risolvere i principali quesiti scientifici e le più pressanti sfide sociali. Si tratta di un’università relativamente piccola ma che premia l’eccellenza e l’ambizione. L’istituto gestisce il Jet Propulsion Laboratory (JPL) per la NASA, inviando sonde per esplorare studiare il pianeta Terra e gli altri pianeti del nostro sistema solare.

Di cosa di occuperai? “Al Caltech e al JPL mi occuperò dello sviluppo di un nuovo modello numerico per investigare l’evoluzione sismica delle catene montuose, come gli Appennini e l’Himalaya. L’obbiettivo è quello di fare un passo in avanti nella comprensione della fisica dei terremoti. Le ricerche precedenti si sono concentrate per lo più sulla dinamica della rottura che produce il terremoto o sui lunghi periodi tra un terremoto e l’altro, che sono caratterizzati da un lento e progressivo aumento del carico tettonico e sono associati movimenti lenti, ma non su entrambi gli aspetti contemporaneamente”, spiega Luca. “Nella nostra ricerca, vogliamo invece modellizzare tutta la storia di un terremoto che produce una faglia e l'interazione tra le fasi di deformazione veloci e lente nel corso degli anni e decenni”.

La comunità di geofisici e sismologi professionisti nel mondo non è grandissima, ma è molto attiva, capace di produrre un considerevole numero di articoli ogni anno: “In Italia e in particolare all’università di Padova c’è un gruppo di eccellenza nelle scienze geologiche e geofisiche guidato da una serie di Professori, tra cui Giulio Di Toro, Fabrizio Nestola, Manuele Faccenda e Bernardo Cesare, alcuni dei quali hanno di recente ottenuto un finanziamento da parte dell’European Research Council (ERC). Tuttavia, dopo la laurea andare all’estero mi è sembrato il naturale passo successivo. Prima a Zurigo, in Svizzera, e fra non molto in California al Caltech. Poi si vedrà — vado dove il fuoco della scienza è più vivo”, conclude scherzando.

Da dove nasce la passione per le scienze della terra? “Nasce proprio dalle nostre montagne, le Alpi, tra le quali sono cresciuto. Gli Appennini, il Mediterraneo e la varietà dei paesaggi incontrati mi hanno sempre incuriosito e animato il desiderio di capire i processi che governano il nostro pianeta. Noi geologi guardiamo le montagne con occhi diversi!”

Tornare? A Luca piacerebbe, certo, ma non è così facile. “Non posso permettermi di cercare solo in Italia se voglio continuare a lavorare in questo settore, ma voglio pensare anche all’Italia come una possibile destinazione. Non è solo amor di patria, è anche la convinzione che sia un grande Paese, con un enorme potenziale”. In ogni caso, dopo quattro anni passati all’estero, conclude: “Certe scelte ti cambiano la vita. Tuttavia, in un mondo in cui le esperienze di vita all'estero sono sempre più comuni e diffuse, e il progresso tecnologico rende più semplice il viaggiare e lo scambio interculturale, è fondamentale che la ricerca tenga il passo con questi sviluppi e cerchi di capire come tutto questo influenza le persone”. Perché come diceva Carl Sagan: “Da qualche parte, qualcosa di incredibile è in attesa di essere scoperto".

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