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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dal graphic novel ai "giornaletti": la rivoluzione baccante di Claudio Calia

«Questo fumetto - spiega l'autore padovano - rappresenta un esperimento per me. Lo è nel formato perché è costituito da una serie di albi da 24 pagine, a differenza del formato “graphic novel” che continua ad attestarsi in libreria. È un esperimento nella distribuzione perché la vendita avviene direttamente ai lettori»

Chi ha circa cinquant’anni sa quanto l’attesa faccia parte del gioco, quando si tratta di storie a fumetti. Attendere tra un numero e l’altro per saper come prosegue la vicenda fa parte del piacere stesso del leggere i fumetti. Se da una parte quindi quello di Claudio Calia può sembrare un ritorno al passato, dall’altra si fa forza delle relazioni dirette create da tanti anni di attività e di produzione di graphic novel e dei social attraverso i quali aggiorna i tanti che lo seguono, sui suoi progetti. Da qui la pazzza idea di autoprodursi direttamente gli albi senza passare per le case editrici come abitualmente fa, per poi spedire direttamente a casa di chi lo acquista gli albi. «Questo fumetto rappresenta un esperimento per me. Lo è nel formato perché è costituito da una serie di albi da 24 pagine, a differenza del formato “graphic novel” che continua ad attestarsi in libreria. È un esperimento nella distribuzione perché la vendita avviene direttamente ai lettori, tramite l’associazione culturale Oblò, bypassando quindi gli altri canali “ufficiali”. È un esperimento nel genere perché, dopo tanti anni di graphic journalism, segna il ritorno a un vecchio progetto che mi ha accompagnato per molti anni».

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La serie in questione, della quale è già disponibile il primo numero, si chiama I Baccanti. Inevitabile chiedere all’autore chi sono i Baccanti: «Se parliamo della storia raccontata nel fumetto, compaiono - spiega l'autore Claudio Calia - all'alba della civiltà per poi, periodicamente, tornare in alcuni snodi nevralgici della Storia. Hanno sempre lottato “contro il potere” e “in difesa dei deboli”, ma nel corso dei decenni hanno perso gradualmente la loro presa e sono diminuiti di numero, fino a rischiare di scomparire. A questo, si aggiunge una nuova minaccia che sembra sbilanciare l’instabile equilibrio che hanno raggiunto, rischiando di eliminarli completamente». 

Di fatto il fumetto vive grazie ai suoi lettori, una sfida non da poco quella di Calia: «Quella che sto portando avanti - scherza, ma fino a un certo punto, Claudio Callia - è una “rivoluzione baccante” perché, grazie a Oblò, abbiamo l’obiettivo di creare un format di pubblicazione virtuoso che possa corrispondere all’autore un compenso per i propri sforzi. Qualcosa che permetta a chi fa fumetti di realizzare progetti che non siano per forza, subito, di almeno 200 pagine come richiede il mercato della libreria. Mi metto avanti in prima persona, usando me come esperimento, nella prospettiva di allargare questa possibilità anche ad altri autori. La distribuzione postale (o in formato ebook) ci costringe a una periodicità “lenta”, ma ho come obiettivo, nel corso del 2021, di far uscire tre numeri de “I Baccanti”. Questo nucleo di pubblicazioni avrà una conclusione, per cui non ci sarà pericolo di rimanere a metà di una storia».

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