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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Intervista a Holograph: l'artista trevigiano che unisce scienza e musica elettronica

A poche ore di distanza dall'uscita del videoclip di "Pyrite", abbiamo chiesto a Dario Marturano di raccontarci la sua idea di musica. L'ep d'esordio uscirà a fine estate

TREVISO Dopo anni di gavetta, trascorsi dietro i mixer dei più importanti concerti della scena trevigiana, il progetto musicale di Dario Marturano, in arte Holograph, inizia a prendere sempre più forma. Nella giornata di mercoledì 13 luglio infatti, è uscito il videoclip ufficiale di Pyrite, secondo brano inedito tratto dall’ep d’esordio del musicista nato a Motta di Livenza.

Dopo l’ottimo riscontro ottenuto con il primo singolo Emptiness, Marturano ha deciso di continuare il suo percorso artistico unendo tra loro musica elettronica, danza, informatica e scienza. Una scelta insolita e coraggiosa, che ha dato vita a un lavoro girato da Andrea D'Altoè nella splendida cornice del Teatro Accademia di Conegliano. Nel video, otto ballerini della scuola di danza Dance City si muovono sulle note di Pyrite, tenendo in mano otto cubi luminosi che vengono controllati a tempo di musica tramite il software Arduino. Il brano è caratterizzato da una singolare contrapposizione tra strumenti classici (come il pianoforte, gli archi e addirittura un sax nel finale) e strumenti più sintetici, uniti a una serie di "chop" vocali. Il risultato finale dà vita a un lavoro molto interessante, spiegato nei dettagli dallo stesso Holograph, in questa nostra intervista:

Mancano ancora alcuni mesi all’uscita del tuo primo disco solista, ma nei primi due singoli estratti si percepisce una grande volontà, da parte tua, di dar vita a qualcosa che sia al tempo stesso innovativo ed estremamente personale. Quali sono state le fonti d'ispirazione che ti hanno avvicinato al mondo della musica, stimolandoti nella creazione di questo progetto?
Al mondo della musica mi sono avvicinato già da bambino. Ho iniziato a suonare la chitarra all'età di 9 anni. La vera svolta è arrivata dieci anni dopo, quando ho frequentato un corso di tecnico del suono a Bologna. Sono rimasto subito affascinato dalla possibilità di creare suoni che ipoteticamente nessuno aveva ancora sentito, attraverso l’uso dei sintetizzatori. L’idea di dar vita a Holograph è nata invece nel 2009, ma era un progetto ancora molto confuso. Solo nel 2015 ho iniziato a capire la direzione che volevo seguire ovvero quella di creare qualcosa che avesse la massima espressione durante i live, unendo suoni acustici ad altri più elettronici e ritmati. Tra le mie principali fonti d'ispirazione ci sono senza dubbio artisti come Flume o Gold Panda, due veri modelli di riferimento in questo genere musicale.
Sia in Emptiness che in Pyrite, musica, scienza e tecnologia convivono in perfetta simbiosi tra loro, al punto da risultare complementari e indispensabili le une alle altre. Credi che al giorno d'oggi la musica debba per forza avvalersi di altri supporti per essere fruita dal pubblico?
Ti confesso che inizialmente il mio era nato come un progetto esclusivamente musicale, la parte tecnologica doveva rimanere confinata all'interno del primo video. Quando però ho iniziato a prendere accordi per organizzare qualche concerto, tutti mi hanno chiesto di portare sul palco anche le installazioni luminose. Ho capito quindi che creare uno spettacolo che coinvolga l'ascoltatore, anche dal punto di vista visivo, è ormai molto importante al giorno d'oggi, oltre a essere indispensabile per rendere più coinvolgente la musica in generale.
Pochi mesi fa hai aperto il concerto di Calcutta al New Age Club di Roncade. Un locale che per anni ti ha visto crescere e lavorare come fonico. Che tipo di tracce ha lasciato sulla tua musica quell'esperienza lavorativa?
Dopo tanti anni vissuti dietro quel mixer, è stato davvero emozionante poter passare dall'altra parte. Sicuramente è un’esperienza che mi ha insegnato molto, permettendomi di scoprire tantissimi artisti che altrimenti non avrei mai conosciuto. Lavorando a stretto contatto con loro ho imparato come comportarmi sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista umano e professionale.
Come vivi il legame con la provincia di Treviso e quanto conta per la tua arte, il fatto di essere prodotta in un ambiente come questo?
La provincia di Treviso non è certo la più ricettiva al mio genere musicale, basti pensare al fatto che il mio primo live si è svolto a Milano. Ci sono comunque realtà come il New Age Club o l'Home Festival che da anni hanno una proposta artistica di tutto rispetto. Per me è un onore poter collaborare spesso con loro e forse è anche grazie a loro che ho intrapreso questa nuova strada artistica.
Quali sono, infine, le sensazioni contenute nel tuo ep d'esordio, che vorresti fossero recepite maggiormente dai tuoi ascoltatori?
Il mio ep d'esordio uscirà a fine estate, conterrà 5 brani molto diversi tra loro, scritti in periodi differenti e molto distanti. A parte uno che è interamente cantato da Insannie Frannie, una cara amica, il vocal degli altri è caratterizzato da delle voci "tagliuzzate" che non formano un vero e proprio testo. La voce assume così il ruolo di un nuovo strumento musicale e l'ascoltatore può lasciarsi trasportare solo dalle note e dai suoni. Spero che il disco sembri diverso a ogni ascolto, in base all'umore degli ascoltatori, un po' come è diverso un ologramma quando lo si guarda da prospettive differenti.

Potete guardare il video ufficiale di Pyrite, cliccando su questo link
 

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