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Leggende e misteri dal Montello: una storia tra fate, draghi, diavoli e tanti spiritelli

Vicino alle acque del Piave, fiume sacro alla Patria, si estende un colle fitto di boschi nei quali vivrebbero numerose creature del folklore veneto

Il Montello, El Montel o El Montelo. Che sia in italiano o in lingua veneta, questo colle è conosciuto per i suoi splendori in tutto lo Stivale. Come tutti ben siappiamo, si tratta di un modesto rilievo montuoso con altitudine massima di 371 metri  che si estende, da est a ovest, dall'abitato di Nervesa della Battaglia sino a Montebelluna e Crocetta del Montello. Ai piedi delle pendici sud si estendono poi i comuni di Giavera del Montello e Volpago del Montello, mentre il versante nord è lambito dal Piave, fiume sacro alla Patria.

Ma il Montello è anche luogo di misteri e leggende tramandate di generazione in generazione fin dall'origine dei tempi. Si racconta infatti che tutta la zona sia da sempre abitata da creature magiche tipiche del folklore veneto come: fate, draghi, spiritelli vari e anche il Diavolo, o altri piccoli diavoletti scontrosi e antipatici. Non li avete mai visti dite? Beh, è probabile visto che non amano farsi vedere dai comuni mortali, tanto che, grazie al fatto che tutto il territorio della zona è base di fenomeni carsici che creano spesso doline e grotte, si nascondono quasi tutto il giorno da occhi indiscreti e curiosi. Molte riserve idriche della collina scorrono poi in anfratti sotterranei, ma non sono praticamente presenti ruscelli o altri corsi d'acqua superficiali, quindi per dissetarsi queste piccole creature non hanno nemmeno bisogno di venire in superficie e rischiare così di essere notati. Una curiosità: le acque sotterranee fuoriescono da alcune importanti e suggestive sorgenti come il "Forame" nella scarpata meridionale.

Ma cosa dato, in origine, il là a queste leggende magiche? Probabilmente la fauna della zona, ricca di aquile reali, gufi reali (tipici portafortuna nella storia mondiale), pippistrelli, rapaci vari, moscardini, scoiattoli, ghiri, volpi, donnole, faine, oltre a tassi, daini, caprioli, cervi e cinghiali. Non dimentichiamoci poi però del celebre Còlubro di Esculapio, un rettile diurno che può raggiungere anche i due metri di lunghezza e che ne è stato fatto il simbolo dell'omonimo Dio greco della medicina. La storia misteriosa del Montello però parla anche di folletti, satanassi e orchi, in una contrapposizione continua tra bene e male. Si dice poi che nelle serate d'inverno e d'estate, se ci si nasconde bene ed in silenzio, si possa notare nei più bui anfratti una piccola creatura che fa da guida ad altri essere "fantastici" tramite una lanterna. Il viaggio inizierebbe da una quercia secolare lungo la dorsale del Montello e porterebbe a conoscere la "fauna e la flora" di tutta la zona, al cospetto di uccelli parlanti, basilischi, draghetti sputafuoco e acque incandescenti.

Non siete convinti? Ok, comprensibile, ma considerate che non tutto quello che noi vediamo magari è reale, o forse la nostra vista non è abbastanza profonda per notare certi particolari. Va bene, siete anche adulti e non credete alle favole da tempo, ma tornare a fantasticare come i bambini non ha mai fatto male a nessuno! D'altronde solo così potrete ammirare la Grotta del Buoro, dove la ninfa Ciane mesce l’acqua magica capace di ridare il latte alle puerpere smunte, e poi il Bus de le Fate, abitato da fanciulle dai piedi caprini che si lavano perennemente ad una fonte. Dal Buoro delle Anguane ammirerete poi le ninfe lavandaie uscire e recarsi ai ruscelli per lavare panni macchiati di antichi misfatti commessi dagli uomini. Infine, vicino ad una sorgente, le Fate Bone preparano il miele da offrire alle fanciulle che il Massariol, spirito burlone, fa smarrire nel bosco. Ma attenzione: fate presto, o al sorgere del sole tutto sarà scomparso per tornare come prima! Addio a creature magiche e sogni...rimarrà solo la vita di tutti i giorni! 

P.S. Nell’accomiatarvi dalla piccola guida notturna non chiedetegli il suo nome, né di rivelarsi da sotto il cappello che gli copre tutto il volto. Ringraziate soltanto tendendogli la mano e non stupitevi se la sua sarà rossa e rovente come il fuoco dell’inferno!

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