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Cultura e bellezze artistiche, l'incanto che Treviso attraverso i suoi musei vi propone

Per chi ama la propria città e vuole approfondire le proprie conoscenze, Treviso offre numerose possibilità in materia museale, noi vi proponiamo i tre fiori all'occhiello nei quali è possibile riscoprire la storia che essi rappresentano

La città di Treviso, grazie alla sua strategica posizione e alla cultura che offre è da sempre una delle mete turistiche preferite. Quest'anno in particolar modo essa propone le più ricercate mostre di un vasto panorama artistico e non solo. All'interno dei suoi musei e palazzi storici, sarà infatti possibile assaporare alcune delle bellezze artistiche più acclamate a livello internazionale. Segnalati per voi i tre fiori all'occhiello che nel cuore del suo centro storico la città vi offre.

Una delle strutture simbolo dalle quali la città viene rappresentata è il complesso di Santa Caterina in Piazzetta Mario Botter. Lo stesso Dante nella sua Divina Commedia, ricorda il capostipide dei signori di Treviso, i Da Camino, che risiedevano in questo luogo nel 1283, come il "buon Gherardo" (Purg. XVI, vv. 115-129). Dopo la sua morte, gli succedettero i figli Rizzardo e Guecelli, uno dei quali assassinato un decennio dopo sotto la loggia del palazzo e l'altro costretto alla fuga durante una rivolta popolare. L'imponente palazzo nobiliare rimase così abbandonato per più di trent'anni, solo nel 1346 la struttura riprese vita trasformandosi nel convento dei Servi di Maria, con dedicata la grande chiesa a Santa Caterina d’Alessandria. Chiuso il convento, l'edificio venne in seguito utilizzato come caserma e magazzino militare, solamente dopo i bombardamenti del 7 aprile 1944 e del 10 marzo 1945, grazie all'intervento del restauratore Mario Botter, il palazzo riacquistò la sua bellezza e meritato valore. Con l'occasione riemersero, nascosti sotto gli intonaci, tesori pittorici  come quelli attribuiti a Gentile da Fabriano, all'interno della Cappella degli Innocenti riaffiorarono inoltre un ciclo tardogotico di notevole importanza. Con il ritrovamento di queste bellezze artistiche si prese la decisione di recuperare l'intero complesso a funzioni culturali. Con l'occasione della mostra dedicata ad Arturo Martini, l'architetto Carlo Scarpa nel 1967 diede nuova vita all'edificio. L'intero progetto di ristrutturazione proseguì attraverso lunghi interventi di recupero, tanto da far considerare il complesso storico come una delle sedi principali dei musei civici di Treviso. Attualmente vi è esposta la mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher che fino al 3 aprile 2016, vi permetterà di scoprire a pieno le origini e le opere del tanto discusso artista.

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Altro fiore all'occhiello che vi segnaliamo è il palazzo di Casa dei Carraresi, in Via Palestro anch'esso ubicato nel centro storico. Il nome del complesso, di età medievale, è attribuito alla presenza sulla facciata dell’emblema dei Da Carrara. Le origini del palazzo tuttavia, sono attribuibili non al suo utilizzo quanto dimora della famiglia, bensì come osteria per mercanti e viaggiatori nella fine del 1300. Non si esclude che la sua originaria funzione fosse quella di casa privata, lo testimonia un contratto di compravendita risalente al 1354, il documento menziona infatti  la domus a Cruce nella contrada di San Michele a Treviso. Nei decenni successivi il palazzo ha subito diversi passaggi di proprietà, finchè nel 1396, l'osteria ha avuto come gestore Giovanni Berton, proprietario anche dell’edificio adiacente ora denominato Ca’ Brittoni. Attualmente Casa dei Carraresi, a seguito di un importante intervento di ristrutturazione, è divenuta uno dei più importanti poli di ricezione culturale della città. Numerose le mostre espositive di acclamazione mondiale ospitate nel palazzo, ad oggi le due più in voga sono quelle del maestro El Greco e per gli appassionati della famosa saga di Star Wars quella di "Guerre Stellary.Play"!, entrambe aperte fino al 10 aprile del corrente anno.

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Inaugurato di recente in seguito ad una moderna e ricercata ristrutturazione per esigenze di consolidamento strutturale e messa a norma,  sorge in via Borgo Cavour il museo Luigi Bailo. Il complesso si articola negli spazi dell'antico convento fondato nel XV sec. dai Padri Gesuati di S. Girolamo e passato nel 1681 ai Carmelitani Scalzi. Gli spazi a destinazione museale venivano originariamente intitolati "Museo Trivigiano", questo sta a sottolinearne la connessione con la città e il suo territorio, in un secondo momento essi presero il nome del fondatore e primo direttore dell'istituto museale civico, l'abate Luigi Bailo. Presenti fino al 2006 le raccolte di archeologia, completate dal lapidario antico e medievale, e la Pinacoteca. Danneggiato durante la prima e la seconda Guerra Mondiale il complesso fu riaperto nel 1952 con progetto e allestimento Forlati - Muraro - Coletti e dal 1959, divenne sede anche della raccolta comunale d'arte moderna. Ad oggi con la sua nuova riapertura avvenuta nell'ottobre 2015, l'edificio Bailo si propone come sede di collezione museale permanente di arte moderna, e ha come fulcro la raccolta di opere di Arturo Martini, riconosciuto come uno dei più grandi scultori italiani del Novecento. Oltre ad esso esposte le opere di alcuni artisti veneti della seconda metà dell'800, in particolare quelle di Luigi Serena e Giovanni Apollonio.

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Dopo avervi esposto qualche cenno di tre dei tanti luoghi di cultura che Treviso vi offre, invitandovi a continuare a seguirci, speriamo che curiosità e voglia di scoperta vi portino ad approfondire sia queste che le altre meraviglie che la città vi propone...

Treviso fa il pieno di cultura: inaugurati il Bailo e la mostra su Escher

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