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Nonno Cesare compie 100 anni tra gioie e ricordi di guerra

Festa con fuochi d’artificio per nonno Cesare. Il tenero bacio d'augurio della moglie Giulia: «La fame è tanto brutta! San Leopoldo mi impartì la benedizione prima di partire»

Cento anni e il racconto, come fosse ieri, di quei momenti indelebili della  guerra, la sofferenza nel campo di concentramento ad Algeri,  la fame che costringeva lui e i suoi compagni a mangiare animali che ci inorridiscono  solo a guardarli.

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Nonno Cesare Scapinello domenica 19 luglio ha raggiunto il secolo di vita. È stato festeggiato dai cinque figli e dai 22 tra nipoti e pronipoti. Presenti anche il sindaco Stefano Bosa e il parroco di Castelminio di Resana Don Enrico Cavallin che ha impartito la benedizione. A nonno Cesare è arrivata anche una lettera di auguri da parte del presidente Luca Zaia, letta dal primo cittadino di fronte ad amici e parenti che sono arrivati a Castelminio di Resana per festeggiarlo, anche con i fuochi d’artificio. Con lui anche la moglie Giulia 94 anni; 70 dei quali passati insieme al suo Cesare. Non sono mancati i momenti di tenerezza, come il bacio sotto quelle tre cifre rivestite di palloncini tricolori simbolo di un traguardo invidiabile. Nonno Cesare, sempre con i dovuti distanziamenti, ha voluto ancora una volta  ricordare i momenti della sua giovinezza caratterizzati dalle tante sofferenze della guerra ma anche da tante gioie come quando prima di partire per il fronte andò da San Leopoldo, a Padova; si fece confessare e si fece dare un consiglio per ritornare sano e salvo dalla guerra. Il Santo gli disse di fare quello che gli veniva impartito dai superiori. E nonno Cesare seguì i  consigli di San Leopoldo tant'è che quando rientrò dalla guerra, prima di tornare a casa, andò a salutare a Padova il frate cappuccino che ancora oggi è il protettore suo e di tutta la sua famiglia.

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