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Olimpiadi della fotografia: l’oro e’ trevigiano

Il fotografo trevigiano Francesco Chinazzo entra nell’esclusivo team Italia della World Photographic Cup – Coppa del Mondo Internazionale di fotografia - e conquista una medaglia d’oro per la categoria Arte Fotografica Digitale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

WPC – World Photographic Cup, ovvero Olimpiadi della Fotografia: 5 continenti, 40 stati, solo 18 selezionatissimi fotografi per ciascuna nazione. Per l’Italia c’è il trevigiano Francesco Chinazzo. Fotografo pubblicitario già “sguardo” noto della fotografia nazionale, premiato negli ultimi anni da diversi importanti Awards, Chinazzo è stato scelto in questa edizione 2020 per rappresentare l’Italia, e si è aggiudicato una medaglia d’oro per la categoria Arte Fotografica Digitale. Ideata nel 2013 dalla Federazione dei Fotografi Europei (FEP) e dai Fotografi Professionisti d’America (PPA), dopo sei anni di forte espansione globale, la World Photographic Cup è diventata oggi uno dei principali eventi fotografici internazionali. Ciascuna squadra nazionale compete in uno spirito di amicizia ed unità, presentando una selezione di scatti all’interno di 6 categorie: Commerciale (Moda, architettura, industriale), Arte illustrativa/digitale, Natura (paesaggio, wild life), Reportage, Ritratto e Matrimonio. Le immagini vengono valutate da una giuria secondo quattro criteri: impatto, visione, eccellenza tecnica e composizione. QUEL CAOS CALMO CHE INCANTA GLI SGUARDI PIU’ ATTENTI Originario di Valdobbbiadene (Tv) Francesco Chinazzo incontra la passione per la fotografia a 14 anni. Dopo il Liceo Artistico frequenta l’ Istituto Superiore di Fotografia e Arti Visive (ISFAV) di Padova ed è professionista dal 1996. In quell’anno fonda a Treviso il suo studio fotografico, Palomar – omaggio ad uno dei più apprezzati personaggi dei racconti calviniani, il Signor Palomar, uomo dedito all’osservazione, esaminatore di atti o oggetti precisi. Negli anni sviluppa un importante portfolio lavorando prevalentemente per il settore della pubblicità e per grandi nomi dell’arredamento italiano ed internazionale. Autore SIAE, nel 2005 riceve un ADCI Award, premio dedicato ai migliori art director e ricevuto per le sue costanti ricerche creative nella fotografia di design, e nel 2019 è tra gli autori finalisti dell’ Urban Photo Awards, concorso fotografico internazionale che mette a confronto immagini reali, istantanee, capaci di raccontare storie e atmosfere del mondo urbano.  Dal 2018 è tra i fondatori di Centro DAVA, laboratorio creativo di arti audio-visive, all’interno del quale si occupa della docenza del settore fotografico. Quella di Chinazzo è una fotografia semplice, essenziale, ma che è il risultato di un lungo e complesso lavoro di ricerca. “Mostrare solo quello che serve, nella misura minore possibile. Il risultato cercato è una fotografia semplice, talmente semplice da poter essere appesa per lungo tempo senza infastidire; ma se la si osserva attentamente si capisce che nasconde accorgimenti tecnici e ricerca di pose assurde. Mi piace produrre foto che passino inosservate alla maggior parte delle persone. Solo chi regalerà loro attenzione noterà le scelte del fotografo, ed è a queste persone che le mie immagini sono indirizzate. Una sorta di selezione naturale del bacino dei fruitori. Perché la fotografia per me è una cosa importante, che necessita di studi, di sofferenza e sacrifici. Sono scatti che raccontano ordine e quiete, ma sono i momenti fermati dall’obiettivo di una ricerca tutt’altro che statica di un equilibrio e di un concerto nel caos di emozioni e pensieri di chi scatta. “C’è un ribollire dentro durante lo scatto che deve essere gestito, smussato, indirizzato e soprattutto ridotto pian piano e poi ancora ridotto e smussato nuovamente fino a raggiungere la più grande sintesi che possa concepire. Curve, linee e vettori che vengono ordinati all’interno dello spazio compositivo. Non sono ritratti dei soggetti ma sono ritratti del fotografo che li realizza, rappresentano il clic riassuntivo di un ordine costruito. Espressione della ricerca di quiete interiore di chi le ha realizzate. Spesso le linee del corpo sono citazioni di fughe prospettiche presenti nella scena, a sottolineare che soggetto e sfondo sono in concerto ed insieme cercano un equilibrio. Tra i progetti più recenti, “Line up”, insieme di fotografie dove linee e vettori vengono ordinati e semplificati, le pose ricercate e scrupolosamente ricostruite; ”Im not ink”, ritratti di modelle tatuate ingaggiate nel bacino dei social. Francesco Chinazzo, www.centrodava.it, www.studiopalomar.it 

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