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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Ciao", un saluto universale dalle radici curiose: la parola infatti è di origini venete!

Una parola che "fa Mondo", esportata dal Belpaese tanti anni fa e che ancora oggi è simbolo del "made in Italy". Pochi sanno però che nacque nella Serenissima!

La parola "ciao" è una forma di saluto amichevole ed informale della lingua italiana, usata sia nell'incontrarsi sia nell'accomiatarsi (in quest'ultimo caso, talvolta, si usa raddoppiato, ovvero "ciao ciao"). "Fare ciao" è quindi l'espressione con cui ci si riferisce ad un gesto di saluto ottenuto agitando la mano, un modo di salutare ormai universale, ma la cui storia è molto recente a differenza di quanto si possa pensare. Possiamo dire anche che tale sostantivo ha origini in Veneto, addirittura nel veneziano all'epoca della Serenissima!

"Ciao" è infatti entrato nella lingua italiana solo nel corso del Novecento e deriva dal termine veneto, più specificamente veneziano, "s'ciao", proveniente a sua volta dal tardolatino 'sclavus', traducibile come "schiavo". All'epoca si trattava però di un saluto assolutamente reverenziale, variamente attestato nelle commedie di Carlo Goldoni in cui viene pronunciato con superiorità da nobili altezzosi e cicisbei; ne 'La locandiera', ad esempio, il Cavaliere di Ripafratta si congeda dagli astanti con «Amici, vi sono schiavo». Nonostante ciò, a partire dall'Ottocento si diffuse come saluto informale dapprima in Lombardia, dove venne alterato assumendo la forma "ciao" attuale. Nello stesso periodo cominciò poi a penetrare nella lingua italiana, tanto che nel suo "Dizionario della lingua italiana" Niccolò Tommaseo constatava – con un certo rammarico – come anche in Toscana qualcuno cominciasse ad usare la formula "vi sono schiavo".

Fu tuttavia la forma lombardizzata "ciao" a fare fortuna e nel secolo successivo si diffuse così in tutta la Penisola. Un'etimologia analoga ha però anche il saluto informale' servus' diffuso nell'Europa centrale. Negli anni la parola si è comunque attestata in tutto il Mondo a seguito delle migrazioni degli italiani, ed è entrata come saluto informale anche nel lessico di numerose altre lingue, in questi casi quasi sempre unicamente per il commiato, soprattutto in Francia, Romania, Lituania, Portogallo, Spagna e paesi del Sud America.

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