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Fondazione Benetton: ecco il Premio Gaetano Cozzi per i saggi di storia del gioco

Il bando 2016 inaugura la prima edizione ed entro il 31 dicembre 2016 dovrà avvenire la consegna degli elaborati. Due i premi annuali, entrambi di 3mila euro

TREVISO La Fondazione Benetton Studi Ricerche, nell’ambito delle ricerche promosse sin dall’inizio della sua attività, nel 1987, sul tema del gioco, della festa, dello sport e, in generale, della ludicità – dall’antichità fino allo scoppio della seconda guerra mondiale – bandisce a partire dal 2016 due premi annuali di 3mila euro destinati a giovani studiosi per saggi originali sui temi sopra indicati.

Si tratta di una nuova iniziativa che intende proseguire la lunga esperienza fatta dalla Fondazione assegnando, nel corso di un trentennio, oltre 70 borse di studio per laureati di vario livello e grado accademico. Il Premio per saggi inediti è anch’esso dedicato alla memoria di Gaetano Cozzi, l’illustre storico scomparso che è stato l’animatore delle borse di studio, e che fino al 2000 ha presieduto la commissione giudicatrice delle tesi. A partire da quest’anno, gli autori dei saggi premiati avranno anche l’opportunità di pubblicare il proprio contributo nella rivista «Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco», edita dalla Fondazione Benetton dal 1995 e diventata in questi anni punto di riferimento a livello internazionale nel campo della storia del gioco.

I Premi Gaetano Cozzi sono riservati a giovani studiosi nati nell’anno 1981 e seguenti. La commissione giudicatrice – composta da responsabili scientifici della rivista «Ludica» e nominata dal Consiglio di amministrazione della Fondazione – valuterà a proprio giudizio insindacabile gli elaborati pervenuti e ne darà comunicazione ai vincitori non oltre il 15 giugno 2017. La Commissione si riserva altresì di segnalare altri saggi particolarmente meritevoli. Gli elaborati dovranno pervenire in formato elettronico (word e pdf) alla Fondazione Benetton Studi Ricerche, all’indirizzo pubblicazioni@fbsr.it, entro il 31 dicembre 2016.

Spiega Gherardo Ortalli, direttore della rivista «Ludica» e presidente della commissione giudicatrice: "Per la Fondazione inserire la storia del gioco fra i settori di cui occuparsi ha significato reagire a un vecchio luogo comune: quello che relega le espressioni ludiche fra le cose non serie, dimenticando il ruolo che il passatempo, la festa, lo sport, il tempo libero hanno sempre e dovunque nella vita delle società. Recuperare agli studi di qualità l’importanza (la serietà) del gioco nel quadro della vita sociale, appariva e appare di speciale rilievo, tenendo conto del ruolo crescente che oggi si riconosce alla ludicità nelle sue molteplici espressioni: dal generico tempo libero ai più complessi svaghi, dalle pratiche sportive alla festa, al gioco d’azzardo, allo spettacolo e altro ancora".

"Il segno più chiaro del buon esito del progetto di partenza è stato l’affermarsi di quel termine/concetto 'ludicità' che subito la Fondazione propose, senza pensare di suggerire qualcosa di assolutamente innovativo. Poi ci si rese conto che il termine era inesistente, ma bene consentiva il recupero della unitarietà di un 'sistema ludico', ossia di quel complesso di attività e comportamenti nei quali si esprime un aggregato di pulsioni innate che mirano al rilassamento e alla distensione, complemento naturale delle fasi della fatica e dell’impegno. A riprova di come le originarie opzioni culturali abbiano funzionato, basterà dire come quel termine/concetto 'ludicità' oggi non solo venga registrato tra i neologismi esistenti, ma dall’italiano sia filtrato in altre lingue, dal portoghese ludicidade allo spagnolo ludicidad, al francese ludicité, all’inglese ludicity: prova di come le scelte originali non fossero sbagliate".

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