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Premio Gambrinus Mazzotti honoris causa all'imprenditore Brunello Cucinelli

Filosofo del cachemire ed esponente del lusso made in Italy in chiave etica, Cucinelli ha voluto sottolineare come, oggi più che mai, sia necessario prendersi cura del Pianeta

La pandemia non ferma il Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” per la letteratura di montagna, alpinismo, esplorazione - viaggi, ecologia e paesaggio, artigianato di tradizione e Finestra sulle Venezie, che anche quest’anno si avvia verso la cerimonia conclusiva della XXXVIII edizione, seppure necessariamente in modalità a distanza, e il Consiglio direttivo, con il parere unanime della giuria, assegna il Premio Honoris Causa ad una personalità che nel difficile 2020 ha saputo lanciare un messaggio costruttivo e solidale.

È Brunello Cucinelli, imprenditore "filosofo del cachemire", che proprio giovedì 12 novembre è intervenuto sulla stampa nazionale con una lettera che invita ad un nuovo “contratto sociale con il Creato”. L’honoris causa a Cucinelli è stato ufficializzato nel corso dell’assemblea del 3 ottobre dal Consiglio direttivo del Premio, che ha così motivato la scelta: «Per il suo appassionato, tenace e coraggioso impegno nel delineare un capitalismo umanistico, mettendo la sua azienda al centro della “vita comune” e realizzando quel proposito che identifica un’impresa non soltanto in una proprietà privata ma in un intero “bene sociale” per la collettività. Nel coniugare la difesa della bellezza dei prodotti e del Creato con lo sviluppo della promozione e dei valori umani. Nell’aver promosso il sapiente restauro del borgo di Solomeo, nel cuore dell’Umbria, facendo risorgere edifici antichi e nuove meraviglie e scegliendo di fare di quel borgo il centro della sua vita familiare, imprenditoriale e sociale. Nell’essere riuscito, in quest’ultimo obiettivo, guidato dalle parole di San Benedetto da Norcia e dei grandi autori classici, a combinare al meglio la spiritualità del luogo alle tradizioni fatte di tecniche artigianali e di costante lavoro. Nella sua figura e nel suo operato, nel segno del bello e della restituzione, i giurati del premio nato nel Veneto vedono concretizzarsi le parole con cui da Venezia nel lontano Quattrocento un economista da poco riscoperto, Benedetto Cotrugli, definiva l’imprenditoria "alla stregua di un’arte" e il Mercante perfetto “quell'uomo di cultura che - guidato dalla doverosa rettitudine - è così sensibile da interessarsi ai luoghi nei quali opera, sapendone valutare la situazione politica, il diritto e le consuetudini vigenti, al fine di condurre con successo i propri affari».

I concetti che l’imprenditore umbro ha espresso nella lettera ripresa da numerose testate nazionali confermano l’affinità dei suoi valori con quelli del Premio e di Bepi Mazzotti: «Sembra - scrive l’imprenditore - di assistere ad una sorta di lotta tra la biologia e la terra, che dura a lungo, ed ecco, infine, che lo stesso Creato ci ha chiesto aiuto. Ora credo che spetti a noi, persone umane, come imperativo morale, rispondere a tale richiesta importante e urgente; e penso a una sorta di nuovo contratto sociale con il Creato. (…) Il contratto che io immagino è nuovo perché non riguarda soltanto le persone umane, ma include anche ogni altro elemento del Creato. (…) Forse però ultimamente abbiamo un po’ trascurato alcune regole naturali che per così lungo tempo sono state il verbo di un tipo di vita genuino e vero; forse abbiamo perso l’armonia che equilibrava il dare e l’avere nei rapporti tra noi e il Creato, e abbiamo iniziato a consumarlo, anziché utilizzarlo seguendo i bisogni naturali e necessari, come predicava Epicuro e come hanno fatto prima di noi centinaia di generazioni senza nome. Così mi piace sognare - conclude la lettera - che le generazioni future potranno vivere dove riterranno di riconoscere la loro patria, e avranno il mondo intero come scelta libera; se sapranno vedere nelle grandi migrazioni delle genti un’opportunità piuttosto che un pericolo, se per loro la riparazione e il riuso degli oggetti prevarrà sulla tentazione dello scarto, se lo Stato e le leggi non saranno ritenuti obblighi imposti ma mezzi di vita civile da rispettare per una vita più giusta; se sapranno sviluppare tecnologia e umanità come sorelle amabili, se ogni angolo del pianeta sarà considerato patrimonio di tutti e di ciascuno e infine, se, come pensava Adriano Imperatore, sapranno considerare i libri come i granai dell’anima, saranno felici. Tale è il contratto sociale che mi piacerebbe stipulare con il Creato, tale l’aiuto che sento di voler dare come risposta amabile ad un custode così premuroso».

Brunello Cucinelli è l'imprenditore umbro che è riuscito declinare il lusso made in Italy in chiave etica, creando nel borgo medievale di Solomeo (in provincia di Perugia) un nuovo modo di fare business, che lui chiama "capitalismo umanistico". Tra i molti motivi che hanno reso Cucinelli una figura nota e ammirata in questi anni c’è il suo sforzo di trovare un senso a ciò che facciamo. Ha iniziato a parlare di dignità (anche economica) del lavoro artigianale e di attenzione e tutela dell’ambiente da parte di tutti – singole persone e aziende – quando in pochi ne parlavano, forse proprio per timore di essere tacciati di idealismo o, peggio, di essere scambiati per sognatori. In oltre quarant’anni ha costruito un’azienda e un marchio made in Italy di alta gamma, diventati oggi globali. Ma ha anche creato una struttura produttiva diffusa, si è impegnato a preservare il patrimonio artigianale, artistico e culturale della sua regione e non solo. Ha costruito scuole e laboratori. Ha dimostrato che un modello di “fabbrica”, di “produzione”, più rispettoso delle persone e dell’ambiente è possibile. Nel 2020, quando tutto il mondo è stato investito dalla pandemia da coronavirus, ha subito intravisto nella crisi un'opportunità di crescita a livello umano. A luglio, infatti, ha fondato il progetto Brunello Cucinelli for Humanity per donare i capi invenduti per effetto del Covid-19 (pari ad un valore di 30 milioni di euro) ai più bisognosi. A settembre, poi, ha ribadito l'intenzione di non alzare i prezzi nonostante le perdite dei mesi precedenti, oltre all'importanza di sviluppare il percorso di sostenibilità ambientale e sociale innescato dalla pandemia. E ora firma una lettera aperta per dire a tutti che, ora più che mai, è necessario stringere una nuova alleanza con il Creato e prendersi cura del nostro Pianeta.

La cerimonia di premiazione

L’assegnazione del Premio Honoris Causa a Brunello Cucinelli sarà annunciata nel corso della cerimonia conclusiva, che visto l’espandersi dell’epidemia da Covid-19, non potrà svolgersi come di consuetudine al Parco Gambrinus di San Polo di Piave (Treviso) ma sarà trasmessa alle 16 di sabato 28 novembre sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del Premio. L’imprenditore è quindi atteso nella Marca in occasione della cerimonia del 2021 per ritirare di persona il riconoscimento. Nel corso dell’evento sono previsti gli interventi dei vincitori (che saranno a breve comunicati), così come non sarà disatteso il momento più emozionante, lo spoglio dei voti della Giuria dei quaranta lettori, composta da personalità provenienti da vari ambiti della cultura, che assegnerà il Super Premio “La Voce dei Lettori” di 3mila euro ad uno dei tre vincitori delle altrettante sezioni di gara.

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