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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Le trame di Giorgione" si arricchiscono grazie all'arrivo di un capolavoro del Tiepolo

Il celebre "Ritratto di Antonio Riccobono", custodito presso la Pinacoteca dell'Accademia dei Concordi di Rovigo è stato concesso alla mostra di Castelfranco che sarà inaugurata a fine mese

CASTELFRANCO VENETO La mostra "Le trame di Giorgione" che si terrà a Castelfranco Veneto, nel museo casa di Giorgione a partire dal 27 ottobre, metterà in evidenza donne, uomini e la loro vanità. 

Affidandosi al pennello dei grandi artisti del momento, costoro sapevano di consegnare il loro volto all'eternità. Ma con il loro volto volevano tramandare anche il loro ruolo sociale, il loro essere alla moda, il loro benessere economico. La loro importanza, insomma. Come se oggi uno si facesse fotografare accanto alla sua Ferrari o al suo aereo privato. O accanto ad una top model compiacente. Anche il sontuoso "Ritratto di Antonio Riccobono", celebre umanista rodigino, titolare della cattedra di eloquenza all'Università di Padova nel 1571, risponde a questi canoni. Ma in modo diverso. A commissionare il ritratto a Giambattista Tiepolo non fu infatti l'illustre personaggio che il Tiepolo ritrae ma l'Accademia dei Concordi che, con questo ritratto sontuoso volle, in qualche modo, sottolineare che anche un luogo non centrale come Rovigo, sede appunto dell'Accademia, poteva vantare uomini illustri e importanti. Si tratta di una celebrazione per interposta persona. Per altro riuscitissima perché Tiepolo qui raggiunge i vertici del capolavoro. Questo Antonio Riccobono non è un ritratto celebrativo convenzionale, ma l'immagine di un personaggio vivo e palpitante che sembra uscire da una quinta di penombra con una notevole carica vitale, creata dal movimento improvviso della testa e dallo sguardo rivolto verso lo spettatore, come annota Alessia Vedova nel presentare il dipinto. La scelta dell'inquadratura della composizione è intenzionale: dal limite della finta cornice ovale si sviluppa l'immagine in cui si evidenzia la rotazione del busto del Riccobono che, facendo leva con la mano destra sul codice in primo piano, pare volersi sollevare dallo scranno, mostrando disappunto per essere stato disturbato durante la lettura. Sullo scrittoio sono presenti, a indicare l'attività del letterato, un codice aperto e un calamaio con penna d'oca in primo piano e un libro chiuso sullo sfondo: trattasi di riferimenti simbolici che Tiepolo sembra aver desunto dalla ritrattistica fiamminga, in particolare da incisioni tratte da Rembrandt e da Van Dyck  che avevano più volte ripreso il tema dello studioso seduto al tavolo nell'atto di leggere o scrivere.

"Il celebre intellettuale rodigino, a conferma del suo ruolo,  indossa vesti preziosissime. Vi è raffigurato con sontuosi abiti tipici del Cinquecento, con tanto di ermellino", sottolinea Danila Dal Pos, dichiarandosi molto orgogliosa di essere riuscita a portare a Castelfranco questo capolavoro dell'arte ed anche della storia del costume. Un motivo in più per fare visita alla mostra che resterà aperta fino al prossimo 4 marzo.

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