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Trevigiani nel Mondo: ecco la storia e il viaggio, tra Italia e Brasile, della famiglia Sordi

Partirà da Giavera del Montello la riscoperta delle origini familiari. Previsto un lungo itinerario per conoscere i parenti sudamericani tra San Paolo, Curitiba, Florianópolis e Chapecò

GIAVERA DEL MONTELLO La famiglia Sordi, di cui è quasi impossibile riportare per esteso l’intero albero genealogico, trova le sue origini nel Trevigiano, precisamente in quella che allora era Cusignana di Arcade (oggi Cusignana di Giavera del Montello), dove risiedeva il capostipite Lorenzo attorno al 1800. Come però moltissimi dei nostri connazionali emigranti, anche uno dei suoi tre figli, Pietro Giovanni nato nel 1863, decise di cercare fortuna in Brasile e partì così nel maggio del 1895 con la moglie Maria Liberali, incinta di Eugenio, e con tre figli piccoli al seguito: Margherita di 5 anni, Angelo di 3 e Domenica di 1.

La sua fortuna si sviluppò in fretta e fu decisamente più grande di quella del fratello maggiore, Angelo, nato nel 1856, partito per primo e dato per disperso. Tuttavia il primo contatto con il Brasile non fu dei migliori per Pietro Giovanni: venne arrestato dopo poco per scarsa conoscenza di lingua, usi e costumi locali, ma anche fortunatamente scarcerato dopo soli 3 giorni. Dopo questa brutta esperienza iniziale il Governo locale gli concesse un pezzo di terra nei pressi di Serafina Corrêa (Rio Grande do Sul), dove negli anni hanno poi risieduto lui e i suoi eredi e che ancora oggi, in virtù delle sue doti da grande lavoratore, viene chiamata colloquialmente “Sorgeria” dal nome dei Sordi. La loro grande casa, la chiesa che hanno contribuito a costruire e l’adiacente cimitero in cui Pietro Giovanni e Maria sono sepolti, restano ad oggi immutati a ricordare il loro passaggio e il grande cambiamento, anche economico, che hanno portato. Ma la tradizione maggiormente consolidata è la settimana annuale dedicata al “talian”, che permette ai giovani cugini brasiliani ed italiani, ormai di lontanissimo grado, di parlare perfettamente un’unica lingua tra loro: il dialetto trevigiano!

Non tutte le famiglie divise dall’emigrazione vantano un legame così forte come quello che il ramo veneto e quello brasiliano dei Sordi mantengono da oltre 120 anni. I cugini si considerano a tutti gli effetti parenti stretti, che semplicemente vivono lontano, mentre a ben vedere forse parenti non lo sono nemmeno più del tutto, tante sono le generazioni che li separano. Tale vicinanza emotiva è però il frutto dei frequentissimi viaggi che i vari cugini fanno susseguire da qualche anno, gli uni verso il Veneto e gli altri verso il Brasile. Tutto è cominciato con Pietro Sordi, classe 1943, che vanta una passione per i viaggi pari a quella di un ventenne alla scoperta del mondo e che nel 2005, mentre si trovava in vacanza in Argentina con la moglie Vittoria, decide di provare a contattare Aurelio Sordi, sconosciuto, che anni addietro aveva provato a ricercare le origini della sua famiglia tramite un’impiegata ormai in pensione del Comune di Arcade.

Così, all’avventura, Pietro, la moglie Vittoria, il cugino Olindo (considerato “lo storico di famiglia”, che già da anni cercava di ricostruire l’albero genealogico dei Sordi) e la moglie Maria, prendono una corriera dalle cascate dell’Iguazú diretta a Pinhalzinho (San Paolo), dove alla fermata li attende fiducioso Aurelio. L’incontro tra sconosciuti però non lascia alcuno spazio all’incertezza nel momento in cui quest’ultimo si presenta come Sordi “Pavei”, soprannome evidentemente ed incredibilmente riconosciuto, a questo punto nel mondo, per indicare proprio i Sordi di Cusignana. Scorrono le lacrime come tra fratelli finalmente ritrovati, senza nessun imbarazzo né distanza, ma solo con tanta voglia di unire due famiglie lontane. Questo primo “tour del parentado brasileiro” certo non è caratterizzato dalla diffidenza: i cugini veneti vengono accompagnati ed ospitati di casa in casa a conoscere quanto più possibile tutta la famiglia brasiliana composta da centinaia di cugini, parenti lontani ma accomunati dalle medesime origini venete. Nei mesi successivi al rientro seguono lettere sempre più frequenti e specifiche utili all’organizzazione del prossimo viaggio verso il Brasile, che si fa però attendere qualche anno. Nel 2012 Pietro e Vittoria si preparano finalmente ad essere nuovamente accolti dai parenti brasiliani che li raggiungono a São Lourenço do Oeste (Santa Catarina) dalle città più lontane del Paese, per una grande festa di famiglia che si ripete con cadenza quasi biennale per mantenere vivo il legame tra i Sordi lì emigrati.

Iniziano poi quelle che oggi potremmo definire “vacanze studio” delle più giovani generazioni di cugini brasiliani verso l’Italia: Johnny, appena compiuti i 18 anni, trascorre tre mesi a casa di quello che molto semplicemente è diventato ormai lo Zio Piero, passa qualche tempo a Padova con la cugina Valentina, che lì frequenta l’università, e pianifica il viaggio di nozze con la futura moglie proprio in Veneto; Vinicio, architetto, si fa guidare tra i monumenti delle province del Veneto dalle cugine Cinzia e Katia e approfitta di questa vacanza per visitare anche Roma con la fidanzata e Napoli con papà Paolo e mamma Stella, oltre a portare a compimento tutte le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana; Pedro visita invece Trento in compagnia della cugina Elena, che lì studia, e conosce tutti i cugini trevigiani; Raffaella parte da Florianópolis (Santa Catarina) e decide di venire in Italia per studiare un anno a Milano nel 2015, in occasione di Expo; anche Bruno, fratello di quest’ultima, si ferma a conoscere la famiglia di Cusignana nel suo viaggio verso Roma, dove consegue il diploma in lingua italiana; e via così con giovani e meno giovani che vengono volentieri a conoscere i luoghi delle origini della famiglia e le tradizioni venete, come Priscilla e molti altri che annualmente trascorrono qui qualche giorno in occasione del grande Panevìn di Arcade.

Fra qualche settimana sarà però la volta dei fratelli Sordi di Cusignana al completo: Pietro, Ettore, Elsa e Lorella, che visiteranno, con un inteso programma di viaggio della durata di poco meno di un mese, quasi tutti i parenti brasiliani. Partendo da Venezia, arriveranno a San Paolo dove saranno accolti da Nerci (padre di Johnny) che li accompagnerà prima in un tour della città e poi a Curitiba, città natale di Maureen, zia di Raffaella e Bruno. Qualche giorno dopo, sarà la volta di Garopaba per incontrare la sorella Rita e visitare lì vicino l’isola di Florianópolis, collegata alla terraferma da un solo ponte, dove rincontreranno Raffella che attualmente studia lì. Saranno condotti poi alla scoperta di São Lourenço da Delesia, Hilario e sua moglie Jandira (con cui da anni le telefonate settimanali per gli aggiornamenti sulle rispettive famiglie non sono mai più corte di un’ora), per visitare anche luoghi vicini e legati ai ricordi del primo incontro: Chapecó, dove vivono i figli di Aurelio (mancato nel 2014), Milton, papà di Pedro, e Ademir; Pinhalzinho, dove risiedono le sorelle Marilena, Carmen ed Helena; Pato Branco dove saranno ospitati dagli zii di Vinicio, Vera e Voldei, appassionato della storia degli emigranti di questa famiglia; Cascavel, dove rincontreranno Johnny, Nerci e la nonna Decile; Maringá dove conosceranno per la prima volta Euclides e Gilberto, per poi ripartire verso l’Italia proprio nel bel mezzo dei giorni del Carnevale più colorato e festoso al mondo, portando con sé la bellezza e la passione di un Paese così lontano che, grazie a questi legami profondi, non è mai stato tanto vicino al loro cuore.

Questa e molte altre storie di emigrazione veneta sono presenti all'interno della pagina dedicata ai "Veneti nel mondo" della Regione Veneto, oltre che sulla pagina Facebook dedicata al viaggio della famiglia, costantemente aggiornata su tappe ed avventure dell'esperienza che li attende. 

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