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La trevigiana Velvet presenta Qhero.org, la Google solidale che costruisce pozzi in Africa

Svolta storica, le ricerche che facciamo ogni giorno aiuteranno i bisognosi. Il Ceo Bassel Bakdounes: “Abbiamo ideato un sistema per donare attraverso un motore di ricerca che si promuove grazie a messaggi virali. D’ora in poi un’azione canonica diventerà gesto virtuoso”

CASTELFRANCO VENETO Ormai è talmente normale che non ci si fa più caso, quasi come respirare o sbattere le palpebre. Hai un dubbio? Chiedi a Google. Sei incerto? Digiti la domanda nel motore di ricerca. Cerchi qualcosa? La trovi on line. Ebbene, dalla prossima primavera un gesto routinario si potrà trasformare in un atto di solidarietà collettiva eccezionale. Nasce infatti qhero.org, il primo motore di ricerca che, per ogni ricerca effettuata, devolve una somma in beneficienza. La presentazione del progetto è avvenuta all’Hotel Fior di Castelfranco Veneto a margine della riunione sui programmi e obiettivi per il 2018 di Velvet Media, società specializzata in marketing e comunicazione, che per l’occasione ha avuto come ospite il celebre coach Dan Peterson di fronte a 300 imprenditori.

Spiega il ceo di Velvet Media, Bassel Bakdounes: “Qhero è un nuovo motore di ricerca, performante esattamente come Google o Bing che, per ogni ricerca effettuata, devolve ad un progetto benefico una somma pagata dalle aziende che investono in pay per click”. La logica del “search to donate” è già stata adottata da altri motori di ricerca benefici, la vera innovazione è abbinare un metodo di promozione virale per convincere quante più persone ad usare Qhero. Incalza Bakdounes: “Purtroppo ci sono degli ostacoli che rallentano la beneficienza. Quando vogliamo donare, dobbiamo mettere mano al portafoglio, senza sapere quanto della somma devoluta sarà effettivamente corrisposto e quanto si perderà nel cammino in costi di promozione. Grazie ad una campagna virale invece, riusciremo a lanciare Qhero in maniera rapida e efficace, abbattendo i costi di marketing che di solito sono detratti direttamente dalle donazioni. Quando il messaggio diventerà virale, il numero di persone che useranno Qhero aumenterà in maniera esponenziale e di conseguenza la somma totale raccolta per il progetto benefico”.

L’idea nasce dal solido know how in ambito social e web marketing di Velvet Media e dalla consapevolezza che il potere delle nuove forme di comunicazione deve essere usato per fare del bene. Nello specifico il meccanismo che regola il nuovo motore di ricerca è molto semplice. Infatti, l’algoritmo di ricerca e la velocità sono esattamente uguali a quelle dei mostri sacri della online research perché usano la loro stessa tecnologia. La novità è che l’agenzia castellana è riuscita a stringere un accordo per donare direttamente una percentuale fissa sul valore di ogni click che, per gli annunci sponsorizzati, vale in media trenta centesimi. Da dove arrivano questi soldi? Chiaro: dalle aziende che spendono in pubblicità nei motori di ricerca. L’utente non paga nulla: cerca e basta. Il motore di ricerca dona un importo per ogni ricerca e le aziende che sponsorizzano sono gratificate, perché i propri soldi finiscono in solidarietà e non nelle tasche dei giganti del web.

“Per iniziare, abbiamo pensato di donare tutto il ricavato ad alcune associazioni che operano direttamente nella costruzione di pozzi d’acqua nel Corno d’Africa”, spiega Bakdounes. “In media un pozzo per un villaggio di trecento persone vale dai novemila ai dodicimila dollari, compresa anche la formazione per la gestione. Per rendere chiaro il nostro operato al pubblico, tradurremo il target di raccolta di ogni causa benefica nel numero di ricerche necessarie per raggiungere l’obiettivo, per poi creare dei veloci countdown da condividere nei social”.

Il sito www.qhero.org sarà on line dalla prossima primavera, ma in beta è già funzionante. Adesso si tratta solo di promuoverlo: Velvet Media userà tutti i propri strumenti gratuitamente a tal fine. “Stiamo organizzando una campagna comunicativa virale ispirata all’Ice Bucket Challenge”, chiude Bakdounes. “Sarà un gesto simbolico e quasi folle, che farà ridere e che passerà di telefonino in telefonino, di computer e computer e che porterà sorgenti di nuova vita in Africa. Ma fin da ora chiedo a tutti di riprogrammare la propria homepage quando si lancia internet: d’ora in poi per le ricerche si usa solo www.qhero.org”.

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