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Cronaca Mogliano Veneto

Truffa della "lucidatura", il pm chiede 8 anni nei confronti di due nomadi

Ercole e Abramo Hudorovich, padre e figlio residenti a Paese di 63 e 27 anni, tra il dicembre del 2016 e il febbraio 2017 avrebbero estorto circa 62 mila euro ai danni di don Elio Girotto, parroco della Chiesa di Campocroce

Il trucco era sempre lo stesso, ovvero farsi consegnare oggetti sacri da indorare e poi chiedere a saldo un cifra infinitamente maggiore anche grazie a minacce. Oggi, 20 settembre, per Ercole e Abramo Hudorovich, padre e figlio residenti a Paese di 63 e 27 anni, che tra il dicembre del 2016 e il febbraio 2017 avrebbero estorto circa 62 mila euro ai danni di don Elio Girotto, parroco della Chiesa di Campocroce sono arrivate le durissime richieste di condanna da parte del pubblico ministero Valeria Peruzzo: 8 anni per entrambi, più una ammenda di 7 mila euro. La difesa, affidata al'avvocato Andrea Zambon, ha invece chiesto l'assoluzione per Ercole mentre per Abramo è stata invocata la ruqualificazione del reato a esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ma con una denuncia arrivata tardiva, circa un anno dopo i fatti, anche per il più giovane degli Hudorovich è stato di fatto chiesto il proscioglimento.

Secondo le indagini i due rom si sarebbero spacciati per per Mario e Giuseppe Crippa, due imprenditori di Milano, facendosi consegnare dal sacerdote svariati arredi sacri (ventotto candelieri, sette piccole croci, una croce a stile e due lampade ornamentali) da lucidare, il tutto per un preventivo di spesa pari a 2 mila euro. Ma le richieste lievitarono a oltre 62 mila euro: i due imputati infatti dissero al don Elio Girotto che avrebbero provveduto all'indoratura in apposite vasche d'oro ma invece lo imbrogliarono, perchè gli arredi sarebbero stati semplicemente lucidati o, peggio, trattati con sostanze nocive. 

I nomadi avrebbero rilasciato una fattura per 3.660 euro intestata alla società lombarda, di fatto sostituendosi ai legali rappresentanti, che della vicenda erano totalmente all'oscuro. Per essere più convicenti nelle loro richieste di denaro Ercole e Abramo Hudorovich si diedero alle minacce, ottenendo così da don Elio Girotto (costituitosi come parte civile difeso dall'avvocato Alessandro Michielan) il versamento dei soldi in diverse tranche.  «Siamo Rom - dissero - se non ci paghi a te e alla tua famiglia potrebbero accadere delle cose brutte». Oltre a questo al sacerdote venne detto di acconsentire alle richieste perché, sempre in caso contrario, sarebbero state raccontate "cose" alla comunità parrocchiale e a quella della zona. 

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