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Cronaca

Scontri prima di Treviso-Triestina: 15 ultras biancocelesti rischiano denuncia e daspo

Altri tifosi triestini coinvolti oltre ai tre arrestati sabato e ora rimessi in libertà. Ad innescare la rissa alcune reciproche offese: alabardati transitano con un furgone di fronte al bar dei trevigiani e si scatena un lancio di oggetti. Poi è bagarre e deve intervenire la polizia

TREVISO Una quindicina di tifosi trevigiani e almeno sette tifosi della Triestina: per tutti, dopo gli scontri di sabato scorso, qualche minuto prima dell'inizio dell'amichevole estiva Treviso-Triestina, in programma al Tenni alle 20.30 (0-3 per gli ospiti) scatterà ora una denuncia per rissa aggravata e il daspo, il divieto di assistere a competizioni sportive. Questi i provvedimenti che la Digos della Questura di Treviso emetterà nei prossimi giorni per i responsabili dei tafferugli. I tre tifosi triestini arrestati in flagranza sabato, di 42, 43 e 46 anni, sono stati rimessi in libertà in attesa del processo: hanno trascorso il week end nelle celle di sicurezza della Questura di Treviso, all'Appiani. Gli investigatori hanno a disposizione i filmati dei tafferugli: per chi è riuscito a fuggire dopo l'intervento della polizia che era presente allo stadio Tenni non ci sarà scampo. "E' un episodio grave per cui serve dare un segnale forte": fanno sapere dall'Appiani.

La rissa. Sono da poco trascorse le 20.20 e mancano pochi minuti al calcio d'inizio di uno storico derby del Nord-est: la sfida, seppur tra nobili decadute del calcio del Nord-est, ha sempre appeal e in molti si preparano a seguire la partita al Tenni. Tra questi una quarantina di tifosi organizzati del Treviso calcio che attende di entrare di fronte al bar di via Nino Bixio. Un furgone con a bordo sei supporters della squadra alabardata ha l'ardire di transitare proprio di fronte al bar, provocando i rivali con degli sfottò. I trevigiani non si fanno pregare, reagiscono e lanciano contro il furgone vari oggetti, bottiglie e quanto trovano a pochi passi da loro: il lunotto posteriore del mezzo, in fuga, va in pezzi. E' la miccia che accende definitivamente la rissa che dura non più di 20 secondi. Il furgone si ferma poche decine di metri dopo, a destra, lungo il put e tre ultras alabardati, cinghie in mano, affrontano i tifosi trevigiani, una quindicina quelli che si erano messi a rincorrere il mezzo. Volano calci, pugni e cinghiate. La polizia, presente sul posto, interviene ed è il fuggi-fuggi generale. Il furgone sarà fermato da una volante lungo viale Brigata Marche e grazie ai video girati dagli investigatori della polizia i tre tifosi più esagitati vengono subito arrestati. Tutti gli altri protagonisti della gazzarra, compresi altri ultras della Triestina che si sono dileguati in auto, sono nel frattempo spariti nel nulla. Ma questo non servirà a risparmiarli dalla pesante sanzione che li attende.

Insorgono i sindacati di polizia. "Quanto accaduto sabato nel pre partita dell’amichevole Treviso Triestina -sostiene Mauro Armelao, vicesegretario nazionale Ugl-  lo giudichiamo grave, per il solo fatto che qualcuno, ha molto probabilmente sottovalutato il rischio che tale partita poteva comportare vista l’ostilità tra le due tifoserie. Solo la professionalità degli agenti intervenuti per sedare una rissa tra tifosi triestini e trevigiani, ha scongiurato guai peggiori. Non possiamo non intervenire per evidenziare, come secondo il nostro parere sia stata completamente sottovalutata la situazione di pericolo che si poteva creare tra le due tifoserie che, già nel 2003, si erano rese responsabili di tafferugli. In quell’occasione erano rimasti feriti anche agenti della Polizia di Stato. Diciamo questo perchè comandati in servizio di ordine pubblico in divisa, quindi visibili, c’erano solamente tre unità della questura e tre dell’arma dei carabinieri oltre ad altro personale in abiti civili. Una domanda ci sorge spontanea... ma è mai possibile che si possa autorizzare una partita di calcio tra due squadre quando si sapeva già che le due tifoserie sono ostili? Non si poteva organizzare una amichevole con un’altra squadra non ostile, trattandosi appunto di una partita amichevole? E’ mai possibile che pur di fronte a questa constatazione non siano stati richiesti rinforzi mediante impiego del personale del Reparto Mobile di Padova? Fortuna ha voluto che a dar man forte ai pochissimi colleghi in servizio di op siano giunte le volanti della questura di Treviso, che hanno scongiurato qualsiasi tipo di conseguenza fisica.  Per questo sarà nostra cura far intervenire la Segreteria Nazionale affinchè chieda chiarimenti al Ministero su quanto accaduto e stiamo valutando di far presentare anche una interrogazione parlamentare su quanto accaduto. Se qualcuno ha sottovalutato, sbagliando, il pericolo è giusto che ne risponda a chi di dovere. In ordine pubblico non si può e non si deve “scherzare”, ne va in primis dell’incolumità fisica degli operatori e successivamente dei cittadini che in maniera pacifica si erano recati allo stadio a vedere la partita. Visti i comportamenti che l’attuale dirigenza ha nei confronti delle richieste legittime del sindacato che rappresenta gli agenti e che non trovano puntualmente delle risposte e l’intransigenza verso certe situazioni, non ci tireremo di certo indietro, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione per tutelare il personale e per far emergere la verità, come in questo caso".

‘‘Come è possibile che una partita palesemente a rischio per i gravi precedenti di tredici anni fa e la perdurante rivalità tra tifoserie non sia stato chiesto l’intervento del Reparto mobile – Padova si trova ad appena trenta minuti di strada - che non è stato interessato neanche quando il pericolo si è concretizzato e ci si è limitati ad inviare sul posto le sole due Volanti disponibili, lasciando così per metà della serata scoperto il controllo del territorio cittadino’’. A domandarselo è Carlo Basso, Segretario generale Uil Polizia di Treviso, che prosegue: ‘‘Anche durante la notte gli agenti di una delle sole due Volanti previste sono stati costretti a vigilare sui tre triestini arrestati dopo gli scontri dalla Digos trevigiana, lasciando così una sola Volante in città in un momento in cui non poteva certo escludere che altri ultras friulani ponessero in essere azioni dimostrative per protestare contro quegli arresti’’.

‘‘Sia prima che durante e dopo gli scontri - incalza la Uil - sono state prese delle decisioni incomprensibili, cominciate con l’aver predisposto un dispositivo assolutamente inadeguato, proseguite con l’aver tralasciato la possibilità di far intervenire il pronto impiego disponibile presso il Reparto mobile di Padova e culminate infine nell’aver poi privato la cittadinanza del giusto livello di controllo del territorio durante la notte dopo buona parte della serata’’. ‘‘Indispensabile – conclude Basso – che venga fatta immediata chiarezza, perché è state messa a repentaglio l’incolumità sia dei cittadini che di personale che non dispone delle protezioni individuali, dell’addestramento e dell’inquadramento previsti per situazioni di ordine pubblico critiche, ma anche perché si è infine scelto di lasciare pressoché indifesa la cittadinanza trevigiana durante l’intera notte, oltretutto una notte che poteva non essere una normale notte: per questo abbiamo chiesto risposte da Treviso, ma anche da Roma’’.

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