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Cronaca

Nuovo modello pubblico/privato per la sicurezza sul lavoro: l'esperimento a Treviso

Sottoscritto a Palazzo Giacomelli tra Ulss 7, 8 e 9, l'Inail di Treviso e l'organismo paritetico OPP Treviso Industria costituito da Unindustria Treviso e organizzazioni sindacali

TREVISO Sperimentare un nuovo modello di relazione tra Pubblico e Privato per rafforzare e condividere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro del territorio: è l’obiettivo primario dell’accordo sottoscritto oggi a Palazzo Giacomelli a Treviso dalle Ulss 7, 8 e 9 del territorio, la Direzione Inail di Treviso, e l’organismo paritetico OPP Treviso Industria costituito da Unindustria Treviso e Organizzazioni Sindacali. Hanno firmato l’intesa Francesco Benazzi, Direttore generale dell’Ulss 9 e Commissario delle Ulss 7 e 8, Giuseppe Musto, Direttore Inail di Treviso, Maria Cristina Piovesana, Presidente di Unindustria Treviso, Alfio Calvagna, OPP Treviso Industria – Segretario Cisl Treviso Belluno. Con loro anche Nicola Atalmi, OPP Treviso Industria – Segretario Cgil Treviso, Giorgio Donadel, OPP Treviso Industria – Uil Treviso Belluno, Roberto Agnesi, Direttore Spisal dell’Ulss 9, Giovanni Moro, Direttore Spisal dell’Ulss 7 e Enrico Contessotto, Dirigente Spisal dell’Ulss 8.

L’accordo punta a stabilire un confronto costante tra le parti, e in particolare tra gli Spisal, organismi delle Ulss predisposti alla sicurezza nei luoghi di lavoro, le aziende e la rappresentanza dei lavoratori, all’insegna della trasparenza, dello scambio di informazioni e della messa a punto di strumenti operativi sempre più avanzati per la prevenzione di ogni rischio legato in particolare all’utilizzo delle macchine, a tutela dei lavoratori e delle imprese. Riduzione del rischio di infortunio, quindi, e insieme un nuovo modello di relazioni con la sperimentazione in provincia di Treviso, per la prima volta in Italia, di un rapporto innovativo tra soggetto pubblico e privato.

In particolare, verranno sperimentate e valutate nuove metodiche di intervento preventivo per le aziende in cui, essendo già stati raggiunti buoni livelli preventivi, è necessario analizzare rischi residui che si possono concretizzare soprattutto in attività diverse dalla normale produzione (attrezzaggio, manutenzioni periodiche, pulizie, interventi in caso di anomalia). La particolare natura di questi rischi, non facilmente rilevabili in occasione di un sopralluogo ordinario dello Spisal - Ulss, richiede un approccio secondo un modello territoriale condiviso di assistenza e supporto alle imprese nella prevenzione dei rischi per la sicurezza sul lavoro. Si tratta, quindi, di supportare operativamente le aziende manifatturiere nella gestione della sicurezza dei lavoratori, migliorare l’approccio al processo di valutazione e gestione dei rischi finalizzata a ridurre il numero degli incidenti e degli infortuni sul lavoro, migliorare l’organizzazione aziendale finalizzata alla prevenzione dei rischi. Quindi, sviluppare un modello partecipato di prevenzione destinato a favorire il diffondersi di buone prassi in collaborazione con le Parti sociali.

Il piano, che per certe caratteristiche ha una valenza sperimentale, avrà durata triennale (2016-18). La sperimentazione è partita in 100 aziende selezionate dagli Spisal, per avviare l’attività di prevenzione, con particolare riferimento alla promozione di sistemi di gestione della sicurezza e salute e che già stanno utilizzando gli strumenti operativi di autovalutazione proposti dagli stessi Spisal e la consulenza e assistenza messe a disposizione. I risultati della sperimentazione saranno poi messi a disposizione di tutte le aziende manifatturiere del territorio, per arrivare a una maggiore consapevolezza, collaborazione e serenità nei confronti degli eventuali controlli degli Spisal.

L’azione di prevenzione è già iniziata e si svolge su due livelli: il primo prevede il raggiungimento del livello minimo di sicurezza previsto dalla normativa in materia di sistemi di protezione delle macchine e delle attrezzature. Per agevolare le aziende, gli Spisal hanno elaborato una check-list per il controllo delle macchine da gestire autonomamente all’interno dell’azienda e una check-list sul controllo dei Dispositivi di protezione individuale (DPI); inoltre una guida più generale riferita alla documentazione aziendale relativa alla sicurezza e agli adempimenti conseguenti.

Il secondo livello mira a uno standard ancora più elevato di sicurezza, che possa prevenire anche gli infortuni che possono accadere in modo occasionale, vengono previste delle procedure specifiche nel sistema di gestione della sicurezza, relative alla manutenzione delle macchine e di analisi delle cause degli infortuni (ed eventualmente degli incidenti senza lesioni) al fine di rimuovere le cause ed evitare il ripetersi di eventi. Le aziende che hanno adottato o vorranno adottare misure gestionali e buone prassi di gestione della sicurezza, anche non formalizzate e non certificate, potranno richiedere una modalità di controllo diversa dalla normale vigilanza, consistente in un audit del sistema che sarà valutata dagli Spisal. L’adesione al secondo livello è su base volontaria. In particolare, il nuovo modello di relazione comprende anche: a) il Tavolo tecnico composto da rappresentanti di Spisal e degli OPP per agevolare l’individuazione di soluzioni tecniche e di buone prassi da diffondere alle aziende, che potranno presentare quesiti anche in forma anonima (attraverso le Associazioni di categoria o consulenti aziendali, nonché con il supporto di Unis&F); b) valutazione finale sugli effetti ed efficacia delle azioni intraprese e risultati raggiunti nel triennio 2016 – 2018, sia a livello aziendale che socio – economico.

“Con la firma di questa intesa - sottolinea Francesco Benazzi - usciamo dalla logica della vigilanza per entrare in quella della condivisione. La novità, infatti, è nel mettere a sistema soggetti differenti come le Ulss, imprese, sindacati. Nostro interesse è abbattere gli infortuni: lo stesso delle aziende. E' prioritario, quindi, individuare nuovi mezzi per raggiungere questo scopo. Oggi più che mai che con l'aumento della tecnologia, aumenta anche la complessità. Questo significa che a nuove tecnologie corrispondono nuovi rischi e, quindi,  che all'innovazione devono corrispondere protocolli innovativi”. 

Secondo il Direttore Inail di Treviso, Giuseppe Musto: “Gli innovativi rapporti tra i principali attori del sistema non possono che alzare la qualità dell'attività di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali rendendola maggiormente efficace”.

“La firma di questa intesa – afferma Alfio Calvagna -, oltre a sperimentare un nuovo modello di relazioni tra pubblico e privato, conferma e rafforza la bilateralità come luogo e strumento per salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro”.

“Questo accordo – dichiara Maria Cristina Piovesana - si inserisce nel progetto di Unindustria Treviso ‘Imprese e Pubblica Amministrazione. Alleati per competere’, che ci impegna entrambi a stabilire un nuovo contratto sociale che superi antiche diffidenze e stabilisca un rapporto virtuoso. E che consenta sperimentazioni avanzate innovative come questa, che riguarda un tema fondamentale come la sicurezza sul lavoro, per creare un cambiamento strutturale nei comportamenti e nelle prassi”.

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