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Cronaca Oderzo

Spara all'ex amante delle moglie: 39enne arrestato dai carabinieri

L'episodio nella notte tra il 4 ed il 5 agosto a Oderzo. Vittima un albanese di 40 anni, addetto alla sicurezza del Casinò di Venezia. Il rivale in amore, un connazionale, si trova ora ai domiciliari e deve rispondere di tentato omicidio

ODERZO Alcuni anni fa la propria moglie, durante un breve periodo in cui erano in crisi e si erano separati (per poi riconciliarsi), aveva avuto una relazione con lui, un connazionale. Uno sgarbo mai dimenticato, un'onta da lavare con il sangue per il marito della donna, A.A., 39 anni, albanese residente a Mansuè e attualmente disoccupato (aveva lavorato in passato in alcune fabbriche nel vicino Friuli). La vendetta, meditata da tempo, si è consumata nella notte del 4 agosto, alle 3.30 del mattino, nei pressi della stazione ferroviaria di Oderzo. L'operaio, travisato in volto e con in mano una pistola calibro 22 (una Bernardelli con matricola abrasa di provenienza attualmente ignota) ha teso un agguato al suo "rivale in amore", un connazionale albanese di 40 anni, dipendente di una cooperativa che si occupa di sicurezza presso il Casinò di Venezia. Il 39enne è riuscito a esplodere un solo colpo di pistola (nel caricatore c'erano altri otto colpi) al "buttafuori", una pistolettata che ha centrato la schiena, in particolare la scapola destra del malcapitato che tornava da lavoro. Il 40enne, ricoverato in ospedale, è stato dimesso due giorni fa e ha fornito indicazioni molto utili ai carabinieri di Oderzo e del nucleo investigativo di Treviso, incaricati dell'indagine coordinata dal pubblico ministero Romanelli.

Nell'arco di pochi giorni il cerchio si è stretto attorno ad A.A. che ha ammesso le sue responsabilità di fronte al gip (ieri, lunedì, la convalida del fermo di pg avvenuto lo scorso 9 agosto) ma ha precisato che non intendeva uccidere il connazionale: lo straniero, senza precedenti penali (di recente aveva avuto una lite con alcuni vicini), si trova attualmente ai domiciliari e dovrà rispondere di tentato omicidio. L'uomo, non certo un bandito matricolato, ha tentato una disperata fuga già il giorno seguente: con la moglie e i figli era partito in auto alla volta dell'Albania ma è stato fermato appena in tempo dalla polizia stradale di Palmanova. Gli agenti sono riusciti a notificare al 39enne un'ordine di comparizione della Procura di Treviso. In auto era inoltre presente l'arma, subito sequestrata (l'uomo dirà di averla acquistata perchè si sentiva minacciato). Nel frattempo gli investigatori, grazie alle telecamere di videosorveglianza della zona in cui è avvenuto l'agguato, sono riusciti a identificare l'autore del tentato omicidio. Fondamentale anche l'analisi delle celle telefoniche con il cellulare dello straniero che agganciava proprio quella in cui è avvenuto l'episodio. Sequestrati anche gli abiti utilizzati la notte del 4 agosto. Il 39enne, messo alle strette, ha poi raccontato tutto, spiegandone i motivi. Ad accellerare i suoi propositi di vendetta era stato un fugace incontro per strada tra i due, a bordo delle rispettive auto. Era bastato uno sguardo "sgradito", il guanto di sfida era così stato lanciato.

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