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Cronaca Codognè

Addio a Egidio Pin, ultimo reduce alpino della campagna di Russia

L'eroe alpino, classe 1921, era molto noto in paese. Egidio era uno dei pochi alpini riuscito a sporavvivere e tornare a casa dalla tragica ritirata sul Don

CODOGNE' Si è spento all'età di 96 anni Egidio Pin, ultimo reduce della campagna di Russia. L'eroe alpino, classe 1921, era molto noto in paese. Egidio era uno dei pochi alpini riuscito a sporavvivere e tornare a casa dalla tragica ritirata sul Don. 

"L'anno inizia con una triste notizia. - afferma il primo cittadino di Codognè Roberto Bet. - Egidio rimarrà per sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi. Un simbolo di quella straordinaria normalità, di indescrivibile saggezza e di buon senso. Un uomo che ha vissuto la peggiore delle esperienze, la guerra e con grandissimo coraggio e dignità non si è mai perso d'animo, rendendoci orgogliosi della sua presenza e della sua vita. Grazie per l'esempio che hai dato è continuerai a dare. Pensando a te e alle difficoltà che hai superato ci sentiremo tutti più forti. Riposa in pace caro Egidio, - continua il sindaco Bet - sono onorato di averti conosciuto."

IL RICORDO DEL GOVERNATORE ZAIA

“È morto Egidio Pin di Codognè, uno dei nostri ultimi alpini di Russia, uno dei testimoni delle Centomila gavette di ghiaccio che vissero la tragedia della grande ritirata in mezzo al ghiaccio e agli stenti, ma che per la dignità e la fierezza ebbero l’onore delle armi e della memoria anche dagli avversari”. A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia, ricordando Egidio Pin scomparso all’età di 96 anni, uno degli ultimi reduci della campagna bellica di Russia.

“Lo ricordiamo e lo portiamo a esempio a tutti i giovani – aggiunge Zaia - perché sappiano cosa sono l’impegno e la dedizione, il sacrificio e la schiena dritta, la pulizia e la generosità. È questo il Veneto che Egidio Pin incarnava e che noi sappiamo esistere ancora. Un Veneto capace di resistere e di credere, di tenere duro anche quando le condizioni della vita indurrebbero a cedere, insomma quel Dna classico delle nostre genti che è impasto di coraggio e ubbidienza (ma non di rassegnazione), senso civico e altruismo, spirito indomito e senso forte della collettività”.

“Rendiamo un omaggio commosso alla sua memoria – conclude Zaia - e alla memoria di quanti direttamente o indirettamente (come la guerra silenziosa ma fondamentale delle nostre donne) con coraggio seppero restituirci la libertà, vivendo una così grande sofferenza”.

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