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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Altivole

Scappa dai domiciliari per mangiare, il difensore "chiede" la carcerazione

L'uomo, S.H., un marocchino di 56 anni, era sottoposto alla misura cautelare in un agritursmo di Altivole, dove però non avrebbe ricevuto da mangiare. L'avvocato dell'uomo, durante il processo per direttissima, si era detto favorevole alla detenzione dietro alle sbarre, dove il suo cliente avrebbe ottenuto un pasto caldo

Troppo "afflittiva" la misura della carcerazione. Così, dopo dopo l'esito della direttissima con la quale aveva patteggiato 5 mesi e 10 giorni per evasione dai domiciliari, era stato rimesso in detenzione dove era prima, cioè in un agriturismo di Altivole, in provincia di Treviso, dove aveva alloggiato la notte precedente l’arresto per spaccio di droga e dove ci sono ancora i suoi effetti personali. Ma il suo difensore, l'avvocato Enrico Villanova, aveva esplicitamente chiesto che S.H., marocchino 56enne senza fissa dimora, finisse in carcere. Il motivo della era che dietro alle sbarre avrebbe potuto avere un pasto caldo, cosa che nell'agriturismo non gli veniva data e che lo aveva costretto al'evasione.

La vicenda prende avvio il 6 gennaio scorso  quando i carabinieri arrestano S.H lungo una strada a Caerano San Marco. Nella sua macchina, durante un controllo, i militari lo trovano infatti in possesso di cocaina e hashish e del kit per pesare e confezionare le sostanze stupefacenti. Poi arriva l'udienza di convalida per spaccio, al termine della quale il giudice, accogliendo le richieste della Procura, lo obbliga alla misura degli arresti domiciliari.

Il 56enne viene quindi "recluso" nell'agriturismo in cui risiedeva. Ma i titolari, che si devono sobbarcare la spesa di un soggetto senza soldi per poter pagare la stanza dal momento che i liquidi che aveva in tasca gli erano stati sequestrati quale provento del traffico di stupefacenti, non gli avrebbero garantito i pasti. Per due giorni sono i carabinieri a portare da mangiare al marocchino, che dopo però rimane senza mangiare per oltre 48 ore. Mercoledì 11 S.H. si vede costretto ad "evadere" per comprarsi le vivande. I carabinieri preposti al controllo  lo trovano a Montebelluna, nel tardo pomeriggio, addirittura a pochi passi dalla loro caserma.
 

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