rotate-mobile
Cronaca Altivole

Scoperta piantagione papaveri da oppio, il proprietario: «Sono un antidolorifico della medicina cinese»

Il ritrovamento, effettutato dalla Guardia di Finanza, era avvenuto nei giorni scorsi nell'orto di una casa di Altivole. Ma secondo un uomo di 45 anni, di nazionalità cinese, denunciato per coltivazione illecita di piante da cui ricavare sostanze stupefacenti, dai fiori si otterebbe un unguento che gli era stato prescritto dal medico del suo paese d'origine

Sarebbe stata una pattuglia della Guardia di Finanza ad accorgersi che, in mezzo all'orto, c'era una vera e propria piantagione di papaveri da oppio, realizzata su una estensione di 200 metri quadrati. Così le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso e i colleghi della Tenenza di Castelfranco Veneto avevano sequestrato ad Altivole quella che sembrava essere un vero e prorio "campo della droga", denunciando il proprietario per coltivazione illecita di piante da cui ricavare sostanze stupefacenti. Ma lui, un cittadino cinese di 45 anni che è stato sentito dagli investigatori qualche giorno dopo, ha dato una giustificazione a dir poco sorprendente: «Con i semi e con il lattice - ha detto - ricavo un unguento che mi applico sullo stomaco e che lenisce i dolori per una operazione che ho subito da poco. Mi ha detto di farlo il mio medico cinese. Quei papaveri, con la droga, proprio non c'entrano nulla».

Secondo le prime indagini i papaveri da oppio sarebbero stati individuati per quanto le piante  fossero abilmente occultate tra la vegetazione. A destare l’interesse dei finanzieri era stata proprio la circostanza che il giardino di una villetta, adibita in parte ad abitazione e in parte alla produzione di capi d’abbigliamento, fosse disseminato, in mezzo alle altre coltivazioni di verdure e ortaggi, di 152 piante di papavero ben curate, alte tra i 30 e i 90 centimetri. Che si trattasse di una coltivazione proibita è stato poi confermato dagli esiti delle analisi effettuate dal Laboratorio di Tossicologia Clinica e Forense dell’Azienda ULSS3 Serenissima di Venezia, che hanno accertato la presenza, nei 356 bulbi di papavero, dei principi attivi della morfina e degli oppioidi come la codeina, la papaverina e la noscapina.

«I semi - si sarebbe giustificato il cinese, difeso dall'avvocato Pierantonio Menapace - mi erano arrivati direttamente dalla Cina. Non è vero che le piante erano nascoste, tanto è vero che una parte, con il vento, hanno finito per essere seminate e crescere anche ai bordi del terreno. Non immaginavo che fosse illegale coltivare i papaveri ma comunque io ne facevo un uso terapeutico: nel corso di un intevento chirurgico mi è stato asportato parte dello stomaco e secondo la medicina cinese l'unguento che si ottiene è un forte lenitivo ed in effetti funzionava».

Nel corso della perquisizione svolta all'interno dela casa di Altivole non sarebbero stati trovati gli "arnesi" tipici della preparazione e dello spaccio di droghe, come i bilancini per preparare le dosi, né il cinese sembrerebbe aver avuto somme di denaro in casa. Ora si attendono le prossime mosse della Procura di Treviso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scoperta piantagione papaveri da oppio, il proprietario: «Sono un antidolorifico della medicina cinese»

TrevisoToday è in caricamento