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Cronaca

Cento anni dopo Caporetto, Donazzan scrive a scuole e comuni

“Questi anni legati al Centenario della Grande Guerra possono diventare l'occasione per ricostruire legami forti tra italiani, tra i paesi di provenienza di quei Caduti e di quei soldati, da sud a nord"

TREVISO Il 4 Novembre è una data che nella memoria collettiva celebra il centenario della fine della Grande Guerra e fa sentire gli italiani uniti in un comune destino nazionale. Questo il significato della ricorrenza che l’assessore all’istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan, evidenzia nel messaggio inviato a tutte le scuole e alle amministrazioni comunali del Veneto, in vista della Festa dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze armate che si celebra in tutt’Italia dopodomani, nell’anniversario della fine della Prima guerra mondiale. “Una ricorrenza che oggi, nel centenario della Grande Guerra, più che mai diventa importante per il suo profondo significato valoriale di unità e identità nazionale. La Grande Guerra, infatti, costituì per l’Italia il suo momento fondativo ed  il suo compimento”, scrive l’assessore veneto nella lettera inviata a dirigenti scolastici e sindaci, ed estesa anche ai colleghi all’istruzione delle altre Regioni.

“L’omaggio che ogni anno si rende al Milite Ignoto – ricorda Elena Donazzan - sta a raccogliere idealmente quello che tutti gli italiani dovrebbero tributare ai milioni di uomini che immolarono la loro vita per la Patria, a tutti quegli eroi silenziosi e spesso senza nome che persero la loro vita, a tutte quelle donne che pur vestendo un’altra divisa, si dedicarono alla cura di migliaia di feriti, portando loro conforto accompagnandoli, purtroppo troppo spesso, verso l’ultimo loro respiro. Le celebrazioni servono giusto a questo: a rinsaldare la memoria collettiva e contribuire a fondere una coscienza nazionale per renderci orgogliosi del nostro passato. Ma il compito sociale delle ricorrenze storiche non sarebbe assolto del tutto se non venissero celebrate con le giovani generazioni allo scopo di trasmettere loro questi profondi significati”.

La prima guerra mondiale – prosegue l’assessore veneto, invitando a riscoprire sacrari e monumenti di guerra – “fu una guerra di popolo e di giovani: contadini, poeti, borghesi, nobili, militari di carriera o precettati renitenti; dialetti diversi, cognomi differenti tutti uniti nella difesa dell'Italia. Una guerra che non è poi così lontana da noi e dai nostri ragazzi, sia in termini storici che geografici. In terra veneta, infatti, si trovano gran parte dei monumenti dedicati a chi sacrificò tutto se stesso per la Patria. Luoghi della memoria del nostro popolo, luoghi simbolo della nostra storia nazionale, luoghi da visitare e da rispettare. Luoghi educativi”.

Cento anni fa, in questi giorni, l’Italia viveva la tragedia e l’onta di Caporetto, diventata nel gergo comune “la disfatta di Caporetto”, a significare una sconfitta rovinosa. “Voglio ricordare quella rotta – rimarca l’assessore - per un pensiero a quei soldati che morirono, per il loro sacrificio”. Ma anche per il suo significato morale: “Caporetto ci insegna che anche dopo una grave sconfitta si può vincere. Dopo una caduta,  anche se rovinosa, si può, ci si deve rialzare con rinnovato spirito, con volontà”. Perché ripercorrere con la memoria gli eventi di cento anni fa? Perché dalla Storia si impara e si traggono significati e valori che accomunano, puntualizza l’assessore.

“Questi anni legati al Centenario della Grande Guerra – è l’invito finale - possono diventare l'occasione per ricostruire legami forti tra italiani, tra i paesi di provenienza di quei Caduti e di quei soldati, da sud a nord; per dare un comune destino a quanti, nuovi italiani, sentano grande l'appartenenza a questa nostra Nazione fatta di storia, di sacrificio, di valori”. Un destino comune da riscoprire dedicando “alcuni momenti di riflessione e di condivisione sul Centenario” e aderendo alle manifestazioni promosse un po’ dovunque dalle Amministrazioni comunali in questi giorni. “E’ anche questo un modo per testimoniare l’amore e la responsabilità verso l’Italia”, conclude l’assessore.

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