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Muore in casa per una attacco di cuore, arriva l'esito dell'autopsia: decesso per cause naturali

Michela Conte, 29enne operatrice sanitaria dell'Ospedale di Conegliano, morì il 27 marzo del 2022. La Procura aveva aperto una inchiesta indagando il cardiologo che qualche tempo prima le aveva sostituito il peacemaker

Quello che si è portato via Michela Conte, la 29enne di Arcede, operatrice sanitaria presso l'ospedale di Conegliano e morta il 27 marzo del 2022, è stato in effetti un tragico malore naturale. A quasi un anno dal decesso è stata infatti depositata in Procura a Treviso la relazione finale relativa all'autopsia condotta sul corpo della giovane donna, morta per un attacco di cuore che era occorso poco tempo dopo la sostituzione del peacemaker che era stato messo quando aveva 9 anni per risolvere un problema cardiaco congenito. Si va quindi verso l'archiviazione della posizione del medico cardiologo (difeso dall'avvocato Dario Chiarenza) iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo dovuto a grave colpa medica. 

Qel giorno, una domenica, Michela Conte aveva appena finito di pranzare e si stava preparando per andare a lavoro quando un malore improvviso l'ha stroncata mentre si trovava in camera da letto. A trovare il corpo senza vita della giovane è stata la mamma che ha subito dato l'allarme, chiamando sul posto i soccorsi del Suem 118. Ogni tentativo di rianimare la 29enne da parte di medici e infermieri si è però rivelato inutile.

Il 9 aprile era stata effettuata l'autopsia, condotta dal medico legale Antonello Cirnelli. A livello macroscopico non erano emerse anomalie particolari e quindi l'esame si era concentrato sui tessuti del muscolo cardiaco, presi in considerazione microscopicamente, e sul nuovo peacemaker, collocato in sede dal medico. Il post mortem non ha però rilevato alcuna malfunzionamento dell'apparecchio, che era stato messo correttamente sul cuore. Ma i tessuti del muscolo cardiaco hanno messo in evidenza le tracce del malore che ha stroncato la vita dell'operatrice sanitaria che aveva lavorato 
come operatrice socio-sanitaria nelle strutture dell'Israa prima di spostarsi nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Conegliano nella primavera del 2020, proprio agli inizi della pandemia Covid.  

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