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Cronaca

Traffico di uccelli selvatici dalla Marca al bresciano: arrestate cinque persone

I carabinieri nelle ultime ore hanno confermato la presenza di una rete criminale nel bresciano. A due uomini provenienti dal trevigiano è stato contestato il reato di furto aggravato ai danni dello Stato

Cinque persone tratte in arresto ed oltre 170 uccelli protetti sequestrati: è questo il bilancio dell’operazione antibracconaggio portata a termine nella serata di giovedì dai Carabinieri Forestali della Stazione di Vobarno (BS) con il supporto dei militari del N.I.P.A.A.F. di Brescia, che hanno sorpreso in flagranza i soggetti presso il casello autostradale di Brescia Est mentre concludevano una compravendita illecita di avifauna destinata al mondo venatorio. L’attività investigativa ha confermato l’ormai nota presenza sul territorio bresciano di una vera e propria rete criminale dedita al traffico di avifauna selvatica, che opera con il preciso scopo di conseguire profitti illeciti. 

Durante le perquisizioni personali, infatti, i Carabinieri Forestali hanno rinvenuto somme di denaro contante per oltre 5 mila euro che gli indagati cercavano di occultare accuratamente. La perquisizione è stata estesa anche all’esercizio commerciale di uccelleria presente a Brescia di cui è titolare uno degli arrestati, all’interno del quale sono stati rinvenuti e sequestrati oltre quaranta uccelli catturati nell’ambiente naturale e pronti per essere venduti ai cacciatori capannisti come richiami vivi. Tali animali erano stati muniti di anelli identificativi contraffatti con il chiaro intento di far credere che fossero nati in allevamento, tanto più che sono stati trovati vari strumenti utili alla contraffazione degli anellini.

Gli animali provenivano dalla provincia di Treviso ed erano trasportati da due soggetti ai quali è stata contestata la commissione del reato di furto aggravato in danno dello Stato: subito dopo l’interrogatorio, nel corso del quale hanno confessato i propri crimini al Pubblico Ministero dott. Francesco Carlo Milanesi, questi sono stati liberati e verranno giudicati dal Tribunale di Treviso. Sabato mattina è stato invece convalidato l’arresto dei tre acquirenti, provenienti dai Comuni di Bione, Agnosine e Brescia, ai quali vengono contestati i reati di ricettazione e resistenza a Pubblico Ufficiale e che quindi rischiano la comminazione di una pena fino ad otto anni di reclusione ed oltre diecimila euro di multa.

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