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Grandinata record ad Asolo, ghiaccio spalato dalle strade

Il sindaco Mauro Migliorini ha parlato ironicamente di "notte bianca". Al lavoro per tutta la notte i volontari della protezione civile, tecnici comunali e personale del Comune. Al vaglio danni all'agricoltura della zona come uliveti, viti e ciliegie

Una nevicata a fine maggio. E' il surreale scenario che nella tarda serata di ieri, martedì 24 maggio, si sono trovati di fronte i residenti del centro di Asolo dopo una grandinata da record che ha portato un accumulo a terra di almeno venti centimetri di acqua e ghiaccio. Il primo cittadino, Mauro Migliorini, ha parlato ironicamente di "notte bianca" ma la nottata quella appena trascorsa è stata particolarmente impegnativa per vigili del fuoco, volontari della protezione civile e operatori comunali. C'era da spazzare la grandine dalle strade, per poter garantire la circolazione, ma anche iniziare a constatare i danni provocati dal maltempo. Preoccupano gli ingenti danni provocati all'agricoltura della zona ed in particole ad uliveti, viti e ciliegie: il raccolto, secondo un primo bilancio, sarebbe andato quasi totalmente distrutto.

«Al sindaco Mauro Migliorini e all’intera comunità asolana tutta la nostra vicinanza e la disponibilità ad agevolare ogni forma di aiuto al loro territorio flagellato. La violenta e anomala grandinata che ha colpito Asolo e le zone limitrofe certifica chiaramente che il territorio della Marca, così come tutto il Veneto, non sono purtroppo esenti dagli effetti gravi per ambiente, agricoltura e imprese del cambiamento climatico. Non si può più perdere tempo: la tromba d’aria a Riese Pio X, le tempeste sulla riviera del Brenta, Vaia, gli incendi sulle Prealpi Trevigiane e nel Bellunese, la grave siccità invernale che ha interessato tutto il territorio regionale dimostrano che oggi più che mai è necessario fare i conti con la crisi climatica e che purtroppo gli indirizzi di politica ambientale della Giunta regionale del Veneto sin qui attuati sono del tutto insufficienti. Bisogna subito mettere in atto una grande opera di cura ambientale del nostro territorio, un vero piano di “resilienza e mitigazione" nella nostra regione, come prevede anche la Strategia nazionale al cambiamento climatico. Consumare territorio, impermeabilizzandolo con nuovo asfalto e cemento, produce solo effetti catastrofici. Basta con l'immobilismo di chi guida il Veneto da oltre 25 anni, serve subito un insieme di interventi strutturali e non, che vanno dalle opere di ingegneria per il consolidamento dei pendii instabili e degli argini con la difesa dalle alluvioni, alle reti di monitoraggio strumentale e di allerta, così come progetti di rigenerazione urbana a impatto zero su nuovo terreno. Queste opere innovative aiutano a mettere in sicurezza i nostri paesi, creano lavoro - per la maggior parte a piccole e medie imprese locali - riducono il pericolo e i costi per la comunità, tutelando quanto è rimasto del paesaggio tradizionale veneto. Chi non la fa non fa il bene dei veneti e non guarda al futuro».  Lo affermano congiuntamente Giovanni Zorzi e Matteo Favero, segretario del PD provincia di Treviso e responsabile Ambiente e Infrastrutture provinciale.

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